Gli studenti scendono in piazza: «Scuola libera e basta con i tagli»

Dalla Fontana luminosa alla Villa comunale la sfilata dei ragazzi, striscione con le rivendicazioni: «No al progressivo smantellamento dell’istruzione pubblica e alla precarietà dei percorsi universitari»
L’AQUILA. È partito dalla Fontana Luminosa per raggiungere la villa comunale il lungo serpentone di giovani delle scuole superiori e dell’università che ha riempito le vie del centro storico per aderire allo sciopero nazionale promosso dall’Unione degli studenti, da Link coordinamento universitario e dalla Rete della conoscenza. Tra slogan e striscioni contro i tagli all’istruzione, la precarietà e le pressioni politiche che, secondo i manifestanti, condizionano la vita scolastica e universitaria, gli studenti hanno ribadito che la scuola e l’università non devono essere luoghi di competizione e selezione, ma spazi di emancipazione, crescita e partecipazione. «Siamo scesi in piazza perché non accettiamo che la scuola ci prepari solo a precarietà e obbedienza», hanno spiegato i manifestanti in una nota. «Vogliamo un’istruzione pubblica, libera, finanziata, che ci dia strumenti per immaginare e costruire un futuro diverso, e non un presente fatto di tagli e ingiustizie». La mobilitazione ha inteso evidenziare, inoltre, come «il progressivo smantellamento dell’istruzione pubblica, la precarietà dei percorsi universitari e la subordinazione della ricerca agli interessi privati minino il diritto a un futuro dignitoso per l’intera generazione. L’Università, all’Aquila e ovunque, non può essere piegata al potere o al profitto», continuano i giovani. «Rivendichiamo un ateneo al servizio degli studenti e della collettività, dove ricerca e formazione non siano subordinati agli interessi privati o alla politica di governo». La manifestazione si è scagliata anche contro la guerra, la repressione e i tagli all’istruzione. «Le strade della città hanno espresso solidarietà con la popolazione di Gaza e ribadito la condanna del genocidio in corso, denunciando la complicità del governo italiano che finanzia il riarmo invece di investire nella conoscenza e nei diritti», spiega la nota. «Ogni euro speso per la guerra invece che per l’istruzione è un pezzo di futuro che ci viene tolto. Siamo scesi in piazza per difendere il nostro diritto a immaginare un mondo libero da sfruttamento, disuguaglianza e violenza». Gli studenti aquilani hanno infine ricordato che la protesta non si esaurirà e andrà avanti con altre iniziative.

