Gran Sasso, slitta l’apertura degli impianti

Giuliani (Centro turistico): siamo pronti a partire, ma è il maltempo a bloccare l’avvio della stagione

L’AQUILA. Neve ad Assergi – ieri sull’autostrada è scattato il codice rosso – e bufera in quota. Il maltempo continua a ritardare l’apertura della stazione sciistica di Campo Imperatore. Potrebbe essere questione di giorni, o forse di ore: «Noi siamo pronti», dice l’amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso Fulvio Vincenzo Giuliani, «ma tutto è nelle mani del meteo. I nostri operatori hanno lavorato per far ripartire gli impianti, che erano stati bloccati dalla calaverna a causa delle temperature bassissime registrate negli ultimi giorni. E sono state anche battute due piste. Appena sarà possibile, comunicheremo l’avvio della stagione. Nel frattempo, la funivia è in funzione e il bar e il ristorante dell’hotel Campo Imperatore sono aperti».

Ieri a Fonte Cerreto si misuravano circa 20 centimetri di neve e sul Gran Sasso imperversava la bufera. Nonostante il forte ritardo accumulato – l’anno scorso la stagione invernale è stata inaugurata il 6 dicembre – c’è ancora margine per recuperare, visto che sulla montagna aquilana si può potenzialmente sciare anche fino ad aprile: «L’anno passato siamo partiti in anticipo», ricorda Giuliani, «ma ci siamo comunque dovuti fermare a gennaio, sia a causa del maltempo, sia per la chiusura forzata dell’hotel Campo Imperatore, interessato da un incendio. E ci sono state altre stagioni, nel passato, andate male per le avverse condizioni meteorologiche. Comunque, per quanto riguarda gli sport invernali, il periodo dopo l’Epifania viene considerato di bassa stagione. A febbraio torna l’alta stagione e anche la grande affluenza: speriamo in questo».

Intanto, continua la polemica sui nuovi vincoli ambientali apposti dalla Regione. Il comitato #SaveGranSasso esprime soddisfazione, dopo che anche l’ufficio Ambiente ha ufficializzato la sua posizione in merito alla recente delibera della giunta regionale: «Ci sono voluti anni per “strappare” una dichiarazione ufficiale», sottolinea il comitato promotore della petizione popolare sulla ridefinizione delle aree protette, «ma, grazie alle 11.265 firme, ce l’abbiamo fatta. Tante le puntualizzazioni nel documento a noi indirizzato, ecco le più importanti: tra Zsc e Sic c’è una differenza. Il Sic diventa Zsc quando vengono stabilite delle restrizioni (misure sito specifiche) ad hoc. I piani di gestione (dei Sic) vengono stabiliti successivamente alle misure, ove si rendesse necessaria tale azione. E a proposito del Centro turistico, non capiamo come mai non abbia fatto mai ricorso o opposizione sugli atti che, di fatto, limitano lo sviluppo delle attività oggetto degli scopi sociali dell’azienda». (r.s.)

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