Grandi rischi, big in aula a dicembre

Il giudice fissa la data dell'udienza preliminare per i sette imputati

L'AQUILA. A dicembre in aula i sette big indagati per il mancato allarme. Entro la prima metà del mese verrà discusso il rinvio a giudizio dei componenti della commissione Grandi rischi che la Procura vuole processare per omicidio colposo plurimo e lesioni gravi.

IN AULA. Il giudice per l'udienza preliminare Giuseppe Grieco ha ricevuto gli atti relativi alla richiesta di rinvio a giudizio e ha già scelto la data per la celebrazione dell'udienza. Il provvedimento, proprio in queste ore, viene notificato alle parti. Entro l'anno, insomma, approderà davanti al gup la più importante delle richieste di processo avanzate finora dall'ufficio diretto dal procuratore antimafia Alfredo Rossini, almeno per la risonanza dei nomi dei sette componenti imputati. Si tratta di personaggi conosciuti in ambito non soltanto nazionale per il loro impegno professionale e per i numerosi incarichi di rilievo ricoperti ai più alti livelli. A rischiare il processo in tribunale, infatti, sono Franco Barberi, vicario della commissione Grandi rischi; il professore Bernardo De Bernardinis, già vice capo della Protezione civile, unico indagato abruzzese, visto che è originario di Ofena; Mauro Dolce, direttore dell'ufficio prevenzione della Protezione civile; Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Giuliano Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti dell'Ingv; Gian Michele Calvi, sismologo e direttore dell'Eucentre di Pavia, nonché «padre» del progetto Case e Claudio Eva, ordinario di Fisica dell'Università di Genova.

IL VERBALE. Il verbale che venne redatto subito dopo la riunione del 31 marzo 2009 della stessa commissione, nel quale si riteneva, sostanzialmente, poco probabile il verificarsi di un forte terremoto, nonostante il perdurante sciame sismico manifestatosi ormai da svariati mesi, è il punto chiave di tutta l'indagine. Secondo le conclusioni alle quali sono arrivati i pm della Procura, proprio questo documento presenterebbe delle carenze di tipo sostanziale. Si contesta, in particolare, «una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione all'attività della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico». Nello stesso capo d'imputazione si legge, tra l'altro, che «sono state fornite, dopo la riunione, informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità dell'attività sismica, vanificando, in tal modo, le attività di tutela della popolazione». Secondo la Procura della Repubblica, pertanto, gli imputati «sono venuti meno ai doveri di valutazione del rischio connessi alla loro funzione», anche per quanto attiene al profilo dell'informazione. Queste notizie rassicuranti «hanno indotto le vittime a restare nelle proprie abitazioni».

LE PROVE. Tra le prove che sono state portate a sostegno dell'accusa sono state inserite anche alcune pubblicazioni di esperti sul tema della prevedibilità dei terremoti in presenza di particolari condizioni, ma anche articoli del Centro che pubblicò in esclusiva la denuncia presentata il 17 agosto 2009 dall'avvocato Antonio Valentini e che diede il «la» alle indagini.

LE PARTI CIVILI. È destinato a salire ulteriormente il numero delle parti civili che chiederanno di essere ammesse al processo. Finora sono 32, sulla scorta delle denunce pervenute, quelle individuate dai magistrati. Si tratta di persone che hanno avuto i propri familiari tra le vittime.

A MARCE FORZATE. Su questo procedimento si sta andando avanti a marce forzate. L'udienza preliminare entro dicembre chiude un percorso rapidissimo, visto che a fine giugno ci sono stati gli ultimi interrogatori degli accusati e che la Procura ha depositato appena il 9 luglio scorso la richiesta di rinvio a giudizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA