Grandi rischi, Comune parte civile

Cialente e Pezzopane: lo aveva già deciso la giunta, pronti a formalizzare

L'AQUILA. Se n'era già occupata la giunta comunale, ma nessuna decisione era stata ufficializzata. Tanto che è servita una lettera-invito dell'associazione 309 martiri dell'Aquila per convincere il Comune, una volta di più, a costituirsi parte civile nel procedimento contro i sette imputati di omicidio colposo plurimo, tutti componenti della commissione Grandi rischi.

CIALENTE. «Lo faremo, saremo tra le parti civili in quanto la giunta comunale lo ha deciso». Queste le parole del sindaco Massimo Cialente in relazione all'appello lanciato dai familiari delle vittime. «È molto importante fare chiarezza anche se sono ancora del parere che in questo paese sia necessaria una maggiore prevenzione, cosa che invece non si fa nonostante tutto quello che è successo. Non ci sono soldi nella Finanziaria per la prevenzione mentre si continuano a dare finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina. Una situazione paradossale». Cialente si difende ricordando anche la sua lettera scritta all'indomani della riunione della commissione Grandi rischi, in cui era contenuta la richiesta dello stato di emergenza a causa del perdurare dello sciame sismico.

PEZZOPANE. Il concetto viene rafforzato dall'assessore comunale Stefania Pezzopane che ad aprile 2009 era alla guida della Provincia. «Sicuramente ci costituiremo parte civile in quel procedimento», spiega l'esponente del Pd. «Abbiamo già chiesto al tribunale e mi auguro che anche l'attuale presidenza della Provincia voglia fare la stessa cosa. Anzi, glielo chiedo pubblicamente: è un atto importante, dovuto. Il Comune aveva già deciso di aderire, nei mesi scorsi, con una nota che era stata inviata al tribunale nella quale avevamo manifestato la nostra volontà in questa direzione. Adesso occorre passare a una costituzione di tipo formale».

LA REGIONE. Oggi il presidente della giunta regionale e commissario del governo per la ricostruzione Gianni Chiodi farà conoscere le sue intenzioni rispetto all'appello lanciato dall'associazione anche al capo della giunta, così come al presidente dell'amministrazione provinciale Antonio Del Corvo.

VITTORINI. «Sto ricevendo, in queste ore, grandi manifestazioni di solidarietà da parte dei familiari delle vittime e della gente comune, per questa nostra iniziativa. Devo dire, però, che non sono arrivati messaggi da parte di amministratori e personaggi politici». UDIENZE A FEBBRAIO. Il mese di febbraio sarà caratterizzato da varie udienze riguardanti il procedimento Grandi rischi. Il 2 è stata fissata la prima udienza sui ricorsi delle parti civili escluse. Sono cinque le parti escluse che finora hanno fatto formale opposizione per poter entrare nel procedimento. Finora, infatti, sono poco meno di una trentina quelle già ammesse a parteciparvi. A mano a mano, dunque, stanno emergendo altre persone, parenti di vittime del terremoto, che si sono opposte all'esclusione. Si tratta, in sostanza, di procedimenti satellite accanto a quello principale che è stato aggiornato al 26 febbraio del prossimo anno. Una prima udienza per discutere l'ammissione o il rigetto della richiesta è stata fissata per il 2 febbraio 2011 ed è relativa alla posizione di un giovane morto sotto le macerie della Casa dello studente. Dovrà essere dimostrato che la scelta di essere rimasti a casa nonostante le scosse che hanno preceduto quella devastante delle 3,32 è stata condizionata in maniera determinante dalle rassicurazioni della commissione dopo la riunione del 31 marzo 2009. Chi venisse ammesso, ma non si tratta di una cosa scontata, avrebbe la possibilità di entrare nel procedimento per far valere le proprie ragioni ma anche, in caso di condanna, di avere il via libera alla richiesta di danni. Si confida che questi procedimenti satellite non facciano rallentare, incidentalmente, il filone principale. Sempre in relazione alla Commissione grandi rischi, il 7 febbraio 2011 si svolgerà la prima udienza davanti al giudice civile del tribunale per discutere la richiesta di 22 milioni di danni avanzata da alcuni familiari delle vittime che, tramite i loro legali, hanno citato la presidenza del Consiglio dei ministri. Anche in questo caso sono state allegate documentazioni con le quali si attesta che le dichiarazioni della commissione Grandi rischi sono state decisive a influenzare le scelte delle vittime di rimanere a casa.

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