«Grave errore introdurre il numero chiuso»

5 Febbraio 2016

L’AQUILA. La Cisl Università dell’Aquila interviene per fornire il proprio contributo al dibattito sulla riduzione del numero degli iscritti all’Ateneo aquilano. «Non si può non ricordare», fanno...

L’AQUILA. La Cisl Università dell’Aquila interviene per fornire il proprio contributo al dibattito sulla riduzione del numero degli iscritti all’Ateneo aquilano. «Non si può non ricordare», fanno sapere dal sindacato, «come avesse espresso la propria massima preoccupazione in occasione della decisione degli Organi Accademici di introdurre il numero chiuso per l’accesso a 4 Corsi di Laurea dell’Ateneo (Scienze Biologiche, Biotecnologie, Scienze Psicologiche Applicate e Scienze motorie), oltretutto proprio nell’anno in cui gli studenti avrebbero ricominciato a pagare le tasse. Le conseguenze sono nei numeri forniti dallo stesso Ateneo sul proprio sito: nell’anno accademico 2013/2104 risultano 26.412 iscritti di cui 8.384 immatricolati; nell’anno accademico 2014/2105 (il primo dopo l’introduzione del numero chiuso) 23.335 iscritti di cui 5.768 immatricolati. Un calo di oltre 3.000 iscritti e oltre 2.500 immatricolati».

Per la Cisl «l’Università rappresenta una risorsa fondamentale per il nostro territorio, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista della trama sociale. La decisione sul numero chiuso, pur se presa nell’intenzione di razionalizzare l’offerta formativa, rischia di innescare una spirale negativa e, come esito, un ridimensionamento dell’Ateneo. La città dell’Aquila e tutto il comprensorio hanno bisogno di una Università forte, attrattiva per molti studenti, dalla Regione e da fuori Regione, che sono stati in questi anni e devono continuare ad essere un fattore di crescita culturale, sociale ed economica per la nostra città. Ben venga quindi un dibattito che coinvolga l’Università, la politica, le forze sociali, i cittadini e gli studenti, con l’unico scopo di contribuire, ciascuno per la parte di propria competenza, a far crescere l’Ateneo, per qualificare ed anche ampliare, ove possibile, l’offerta formativa».

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