I commercianti: 20 milioni per la ripresa

La categoria chiede le risorse promesse dal governo Letta come fondo di garanzia per l’accesso al credito

L’AQUILA. «A.A.A. 20 milioni cercasi». Li aveva promessi il governo Letta ai commercianti aquilani dopo il gesto esasperato del direttore della Confcommercio Abruzzo Celso Cioni che si era barricato lo scorso 13 gennaio nel bagno della sede aquilana della Banca d’Italia per dire «basta al grido di dolore dei piccoli commercianti aquilani», stretti nella morsa della crisi economica e del post-sisma e senza sostegno da parte del sistema bancario.

Ma di quei 20 milioni, che il governo si era impegnato a rendere disponibili come fondo di garanzia di fronte alle banche, non se ne sa più nulla. A prometterli era stato l’allora sottosegretario Giovanni Legnini: le risorse, aveva spiegato, sarebbero provenute dalla fetta dei 100 milioni destinati alle attività produttive (il famoso 5% dei fondi per la ricostruzione). Ma dopo il governo Letta è arrivato un nuovo esecutivo che sulla questione ancora non si pronuncia. «La mattina del 7 aprile, all’indomani del quinto anniversario del sisma, torneremo a chiedere conto di quella promessa a Legnini», spiega Cioni, «anche in qualità di delegato del governo a seguire le vicende post-sisma dell’Aquila». Nonostante le proteste dei commercianti e l’iniziativa di Cioni, il problema del credito alle piccole aziende strozzate dalla crisi, infatti, resta immutato anche se qualche effetto il gesto del direttore della Confcommercio lo ha determinato. «L’unico cambiamento che abbiamo notato», precisa, «è un atteggiamento degli istituti di credito più attento nei confronti di alcuni dei nostri affiliati, già all’indomani della protesta». Intanto i commercianti del centro storico che hanno riaperto con l’agibilità parziale (in centro sono operative 26 attività a fronte delle 900 del pre-sisma), fanno i conti proprio con le difficoltà della ricostruzione e dei cantieri aperti. Soprattutto in corso Vittorio Emanuele, dove alcuni titolari di negozi si stanno organizzando per trovare altri locali in zona. «Il problema non sono i cantieri», spiega l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, «ma qualche ostacolo arriverà dai lavori per i sottoservizi». Cioni, comunque, torna a chiedere un tavolo permanente tra Comune e associazioni di categoria «per affrontare caso per caso le problematiche dei commercianti».

Venerdì scorso, intanto, c’è stato il primo incontro, sempre tra Comune e associazioni di categoria, per valutare nuovi accorgimenti per rendere la Tares (la tassa sui rifiuti) più equa.

Marianna Gianforte

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