I negozianti dell'Ovidio ospitati nell'ex sito Finmek

5 Giugno 2010

Antonio Rubeo, patron del parco commerciale, ha già inviato ai commercianti una proposta

SULMONA. Nel giro di un mese i negozianti del centro commerciale Ovidio potrebbero aprire le loro attività nell'ex sito Finmek. Antonio Rubeo, patron del parco commerciale, ha già inviato ai commercianti una proposta di ospitalità dopo i danni subiti dalla pioggia.

Dopo l'acquazzone dei giorni scorsi e la controsoffittatura crollata in alcuni punti, la permanenza nella struttura sembra ormai compromessa.

E proprio i danni riportati in seguito al temporale, potrebbero acellerare le pratiche per un trasferimento nel sito di proprietà dell'imprenditore marsicano.  Per questo i commercianti, che premono da mesi per un trasloco veloce ed indolore a pochi metri più in là in linea d'aria, hanno già girato la proposta al sindaco Fabio Federico, nella speranza che possa velocizzare l'iter per un eventuale trasferimento.

«Per noi è l'unica soluzione e la più concreta» commenta Luigi Di Bacco, titolare del bar «ci auguriamo solo che il tutto accada in tempi brevi. In questa struttura non ci crediamo più, sta cadendo a pezzi e non sappiamo in quanto tempo ci rimetternano a posto almeno i danni più gravi».  Ieri, intanto, sono arrivati due tecnici inviati dalla curatela fallimentare che hanno fatto foto ai vari danni subiti dalla struttura.

La tromba d'aria che si è abbattuta su Sulmona domenica scorsa ha infatti scollato la guaina del tetto e permesso alla pioggia battente di penetrare nei locali del capannone, dove, peraltro la manutenzione ordinaria non sarebbe eseguita correttamente da mesi. «In realtà le proposte di Rubeo sono due» continua Di Bacco «o possiamo trasferirci in via provvisoria entro un mese, oppure aspettare dopo settembre ed entrare nelle nuove strutture in costruzione. Quello che ci auguriamo è che le associazioni di categoria e gli altri commercianti ci capiscano. Qui ci sono famiglie con figli e bambini da sfamare, non possiamo scherzare col loro futuro». Sono una cinquantina i dipendenti rimasti, dopo la chiusura dell'anno scorso del reparto alimentari; solo dieci i negozi rimasti aperti, a fronte degli iniziali 16. Le vendite colate a picco hanno determinato affitti arretrati, che vanno dai due ai cinque mesi.

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