Il caso della Intecs Cgil: «Troppo bravi per lavorare»

La storia dei ricercatori aquilani dell’ex Technolabs In 24 mesi il piano-mannaia: a casa 90 persone su 120

L’AQUILA. Troppo bravi per lavorare. È il paradosso che stanno vivendo i ricercatori aquilani dell’ex laboratorio Technolabs, ora Intecs. Il piano industriale dell’azienda non lascia speranze: entro 24 mesi è stato annunciato un taglio pesantissimo, che lascerà al lavoro solo 30 unità, rispetto alle attuali 120. E intanto, il 2016 porterà anche stipendi da fame, a causa dell’entrata in vigore del Jobs Act, che riduce drasticamente l’importo della cassa integrazione.

Dopo la protesta messa in scena durante l’ultimo consiglio regionale, all’Emiciclo, i dipendenti attendono il prossimo tavolo, promesso dal vicepresidente Giovanni Lolli, che dovrebbe essere convocato a giorni. Ma lo stesso Lolli non ha più fiducia nell’attuale proprietà e sta già cercando soluzioni alternative, per garantire una ricollocazione veloce al personale altamente specializzato.

«Ci chiudono perché non sanno come utilizzare un patrimonio tecnologico, che ha fornito tecnologia in tutto il mondo», questo il grido di allarme lanciato dai ricercatori all’Emiciclo. Si tratta, infatti, di ingegneri, informatici, fisici e matematici, che vantano una lunga e consolidata esperienza nel settore delle telecomunicazioni. «Un vero paradosso, sono troppo bravi per lavorare», commenta il segretario della Fiom Alfredo Fegatelli, «a fronte di un piano industriale che non lascia prospettive. Non c’è alcuna fiducia nell’azienda, che non è in grado di valorizzare la loro professionalità, e per questo abbiamo chiesto alla Regione di attivare un percorso di formazione e riqualificazione del personale, in modo da aprire la strada a un rilancio occupazionale. Nel frattempo, subito dopo l’Epifania, terremo delle assemblee, per decidere come agire. E aspettiamo la convocazione del tavolo istituzionale. I lavoratori hanno inscenato l’ultima protesta per richiamare l’attenzione di tutta la politica: c’è troppo silenzio, intorno a questa vertenza, che rischia di far perdere al territorio competenze ed esperienza maturate nel corso degli anni d’oro del laboratorio di ricerca e sviluppo Technolabs, che era conosciuto in tutto il mondo». Fegatelli sottolinea che anche da gennaio i ricercatori, attualmente in cassa integrazione, percepiranno stipendi che non superano gli 800 euro al mese. Non può infatti essere applicata al loro caso la deroga ai contratti di solidarietà di tipo B, per tutto il 2016, contenuta nella legge di Stabilità. Il vicepresidente della giunta regionale sta pensando alle nuove aziende che intendono insediarsi all’Aquila, usufruendo dei fondi del 4% destinati alle attività produttive, alle quali verrà chiesto di dare priorità, nell’ambito delle assunzioni, al personale Intecs.

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA