Il Centro antiviolenza contro Ordine dei medici

Nel mirino l’organizzazione del convegno dove erano presenti altre istituzioni «Da sette anni siamo l’unica realtà in grado di difendere le donne dagli abusi»

L’AQUILA. Il Centro antiviolenza attacca l’Ordine dei medici per aver organizzato un incontro sulla sinergia tra sanità forze di polizia e magistratura nell’assistenza e nella tutela delle vittime di violenza di genere, senza tener conto della presenza sul territorio della struttura che da anni opera in città.

«Il Centro antiviolenza dell’Aquila», si legge in una nota, «opera in questa città dal 2007 nell’azione di contrasto alla violenza maschile su noi donne. Da sette anni è l’unica realtà, presente sul territorio, in grado di accogliere e accompagnare le donne che vi si rivolgono nel percorso di fuoriuscita dalla violenza maschile e di riappropriazione del diritto a decidere per sé. Tutto questo non è frutto di improvvisazione ma di riflessione ed elaborazione politica e di rigorosa e competente pratica in continuità con il lavoro che da circa 40 anni le donne dei centri antiviolenza svolgono nel nostro Paese. Sole, per lunghissimo tempo, a prendere la parola e ancora oggi sole nel lavoro di ogni giorno. La violenza di genere di cui ultimamente tutti parlano, dai più alti livelli politico-istituzionali all’ultimo programma di intrattenimento pomeridiano, ha bisogno invece della voce e dei corpi delle donne che ogni giorno la sperimentano e la contrastano. Per questo la nostra è una parola autorevole sostenuta dalla storia dalla quale veniamo, resa viva dalla pratica che ogni giorno agiamo e confermata dalle tante donne che accogliamo e insieme alle quali, concretamente, proviamo a renderci più libere.L’Ordine dei medici della provincia dell’Aquila, nell’organizzare l’evento formativo “Un Modello di rete efficace. Sinergia tra sanità, forze di polizia e magistratura nell’assistenza e nella tutela della vittima di violenza di genere”, che si è svolto martedì scorso, ha ritenuto di poter fare a meno del nostro contributo. Ha ritenuto di poter parlare di modello di rete efficace senza la voce di coloro che questa rete, in questa città, hanno fatto in modo che nascesse, di coloro che si sono occupate di formare le donne e gli uomini che di questa rete fanno parte e che nell’aprile 2011, in un analogo evento formativo promosso con l’Ordine dei medici, hanno illustrato, accanto ai rappresentanti di questura, Pronto soccorso e Comune, l’esperienza aquilana di rete. Di coloro, infine, che hanno collaborato alla redazione del protocollo sulla violenza di genere voluto dalla questura dell’Aquila e teso a rafforzare la rete territoriale, che da mesi attende l’ultima firma, quella del direttore della Asl, per poter essere applicato. Che dire? Siamo dispiaciute per le donne e gli uomini che si sono iscritti», conclude la nota firmata da biblioteca delle donne Melusine-Centro antiviolenza, «perché quest’assenza penalizza fortemente la qualità dell’evento stesso e siamo indignate per la superficialità e l’arroganza con cui, ancora una volta, si continua a parlare al nostro posto».

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