Il Fucino perderà 5.700 pioppi Scatta il piano degli abbattimenti 

Entra in vigore l’accordo stipulato nel 2004 da una ditta boschiva e dall’allora dirigenza Arssa Il Consorzio di bonifica: «Vigileremo». La Regione: «Per legge, ripiantare due alberi dopo ogni taglio»

AVEZZANO. Al via l’abbattimento di altri pioppi nella piana del Fucino, dopo quelli degli anni passati. Il taglio stavolta interesserà 5.700 piante. A eseguirlo sarà una ditta boschiva di Avezzano che il 3 marzo 2004 stipulò con l’Arssa, presieduta allora da Berardino Franchi, una convenzione che prevedeva la coltura di pioppi su terreni demaniali e il loro abbattimento dopo circa 15 anni. Inizialmente la distanza tra le piante da abbattere avrebbe dovuto essere di sei metri, ridotta successivamente a quattro. La somma versata allora dalla ditta concessionaria all’Arssa fu complessivamente di 50.900 euro. Dopo la soppressione dell’Arssa, la Regione, con la legge 42 del 2012, passava le competenze relative alla gestione del taglio degli alberi nel Fucino al Consorzio di bonifica ovest. L’area interessata all’abbattimento dei pioppi è quella che va da Strada 12.
Al Consorzio di Bonifica si sono già attivati perché il taglio dei pioppi avvenga nel rigoroso rispetto della normativa vigente.
«Attraverso personale qualificato», assicura il presidente Gino Di Berardino, «controlleremo che la ditta concessionaria nel procedere al taglio degli alberi si attenga scrupolosamente a quanto prevede la convenzione a suo tempo stipulata con l’Arssa. La realizzazione del tanto sospirato impianto irriguo che potrà finalmente risolvere l’annoso problema dell’irrigazione nel Fucino, grazie ai 50 milioni concessi dalla Regione al Consorzio, e che ci vede in questo momento impegnanti al massimo grado nell’attuazione del progetto, non deve distoglierci dall’importanza che il patrimonio boschivo ha nello sviluppo e nella crescita economica del territorio».
Gli fa eco il presidente della Commissione agricoltura regionale, Lorenzo Berardinetti, che sottolinea l’importanza della legge organica forestale della Regione, in vigore dal 4 gennaio 2014, che si propone di spingere l’Abruzzo verso un modello si sviluppo economico fondato sui boschi e rispettoso delle caratteristiche naturali del territorio. Berardinetti ricorda che la legge prevede esplicitamente che «al fine di garantire la conservazione e la rinnovazione del patrimonio arboreo, per ogni albero di cui è autorizzato l’abbattimento, vengano impiantati in area limitrofa due alberi appartenenti alla stessa specie dell’albero abbattuto».
Il presidente della Commissione agricoltura ricorda anche che la legge sugli usi civici, in Abruzzo, prevede il coinvolgimento dei Comuni. La gestione dei beni di natura boschiva può avvenire «attraverso concessioni in favore di cooperative, alle quali possano partecipare cittadini residenti; al Comune stesso; oppure a coltivatori diretti e a imprenditori agricoli residenti nel comune».
©RIPRODUZIONE RISERVATA