Il Pd rimanda la scelta del nome del candidato

L’assemblea si chiude con un altro nulla di fatto, intanto gli alleati scalpitano Il giallo del sondaggio su Lolli e Pietrucci, le due anime di Rifondazione

L’AQUILA. Si è chiusa con un altro nulla di fatto l’assemblea del Pd (assenti tutti i big del partito impegnati in una riunione in Regione) chiamata a esprimere indicazioni sul candidato da schierare alle primarie di coalizione. E i tempi, già prima del sisma che ha colpito l’Alta Valle dell’Aterno fin troppo stretti, ora diventano davvero risicati. Il segretario del Pd aquilano Stefano Albano promette di chiudere la partita nel giro di una settimana, con la riconvocazione del tavolo della coalizione. «In quella sede», spiega Albano, «ognuno dovrà dire con chiarezza cosa vuol fare. Ci è stato chiesto di non prendere decisioni da soli e, dunque, tutto verrà rinviato a questa riunione».

Ma gli alleati, quelli che già si sono espressi per le primarie, scalpitano temendo che questa politica del rinvio possa creare problemi alla coalizione. E c’è chi nello stesso Pd allarga le braccia, lasciando intendere che questo non voler prendere decisioni è legato alla difficoltà di scegliere il candidato da mettere in campo. Una scelta, quella tra Pierpaolo Pietrucci e Giovanni Lolli (che però continua ufficialmente a dirsi fuori dalla competizione) sulla quale il partito non riesce ancora a esprimersi, temendo forse di perdere qualche pezzo. E a complicare le cose c’è anche chi, come Americo Di Benedetto, non sembra voler restare in panchina. Confermano la loro partecipazione alle primarie i Democratici e socialisti per L’Aquila, che però chiedono al Pd di fare presto anche per poter cominciare a lavorare sul programma. Un argomento, questo, caro a Rifondazione comunista dove il dibattito sulla presenza o meno nella coalizione sembra aver provocato più di uno strappo. «C’è una parte del partito», ammette Enrico Perilli, «che non vuole sentir parlare di coalizione e altri che invece puntano sul cartello di centrosinistra, tirandosi però fuori dalle primarie. Tutto si deciderà sulla base del programma di coalizione perché potrebbe diventare davvero difficile ritrovarci su scelte, mi riferisco in particolare al Gran Sasso, distanti da quella che è da sempre la nostra politica. Ma il programma è legato al candidato sindaco e dunque siamo al punto di partenza». Intanto, archiviata l’ipotesi “Cosa rossa”, è ormai certa la scelta di Appello per L’Aquila che vogliamo (Vittorini e Di Cesare) di andare avanti da soli dopo il no ad accordi col Pd. E restando in casa dei Democratici resta il mistero di un sondaggio che tutti dicono di non aver commissionato, ma centrato sui due personaggi chiave, Lolli e Pietrucci. ©RIPRODUZIONE RISERVATA