AVEZZANO

Il pm: dieci anni di carcere per lo stupratore seriale 

La richiesta per il 20enne albanese accusato di avere violentato due infermiere Sentenza a ottobre. Il giovane già condannato per un episodio a Penne

AVEZZANO. Una richiesta di dieci anni e 8 mesi di reclusione, 3.500 euro di multa e la revoca della sospensione condizionale di una sentenza di condanna pregressa per un altro caso di violenza sessuale avvenuto nel 2012. È la pena chiesta dal pubblico ministero Guido Cocco nei confronti di Enriges Kavalli, lo stupratore seriale attualmente rinchiuso nel carcere di Teramo. Il giovane è comparso ieri mattina davanti al giudice del tribunale di Avezzano, Francesca Proietti, per il rito abbreviato che prevede tempi di giudizio più brevi e uno sconto della pena di un terzo. L’udienza è stata rinviata al mese di ottobre, quando dovrebbe arrivare anche la sentenza.
Il 20enne di origine albanese era ospite nella struttura Crisalide di Avezzano, dove stava scontando una misura di sicurezza. Il 24 ottobre di un anno fa era riuscito a procurarsi un coltello e a minacciare due infermiere, rapirne una e abusare di lei per tutta la notte. Il consulente della Procura ha successivamente stabilito che il giovane era capace di intendere e di volere mentre commetteva gli abusi e che poteva partecipare al processo perché è lucido e integro.
Nel corso dell’incidente probatorio erano stati sciolti tutti i dubbi sulla salute mentale del giovane. Il consulente aveva eseguito la perizia necessaria a stabilire anche la pericolosità sociale dell’albanese. Il 20enne è accusato di una serie sterminata di reati, in particolare di rapina aggravata dell’uso di armi, violenza sessuale aggravata dal sequestro notturno, lesioni aggravate dall’uso del coltello, per aver adoperato sevizie e avendo agito con crudeltà, sequestro di persona aggravato per aver legato una delle infermiere e per aver trasportato in auto l’altra in un luogo isolato, e porto abusivo di arma. È stata riconosciuta, inoltre, sempre nei confronti dell’albanese, una recidiva quinquennale sui reati commessi. Per un altro episodio di violenza era stato condannato in primo grado nel 2012 per violenza sessuale dal tribunale per minori dell’Aquila. Era finito quindi in una struttura di Penne dove si trovava in custodia cautelare. Lì aveva violentato una infermiera all’interno di un furgone, tentando anche di strangolarla per non farla urlare. In un secondo episodio aveva aggredito la stessa donna ed era stato accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale nei confronti degli agenti intervenuti. In attesa dell’Appello c’era stata la sospensiva della pena. Un provvedimento annullato dopo i fatti di Avezzano.
Le parti civili sono assistite dagli avvocati Pasquale Milo e Alessandra Spina.
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