Il Riesame: i neofascisti devono restare agli arresti

16 Gennaio 2015

L’AQUILA. Il tribunale del Riesame ha respinto le richieste di libertà provvisoria per tre persone indagate nell’ambito dell’inchiesta «Aquila nera» su un gruppo eversivo di ispirazione neofascista....

L’AQUILA. Il tribunale del Riesame ha respinto le richieste di libertà provvisoria per tre persone indagate nell’ambito dell’inchiesta «Aquila nera» su un gruppo eversivo di ispirazione neofascista. Il collegio, con a capo Ciro Riviezzo, presidente del tribunale, ha respinto le richieste riguardanti Ornella Carolina Regina Garoli, Marco Pavani, Maria Grazia Callegari. Nel corso degli interrogatori, in occasione dell’udienza di lunedì scorso, la Callegari, veneziana ma residente a Torino, ha preso le distanze dal nucleo del gruppo eversivo dicendo di avere tagliato i ponti da almeno un anno con il leader del gruppo Stefano Manni. Le altre due persone sospettate hanno minimizzato in riferimento alle loro affermazioni sui social network nelle quali inneggiavano ad azioni eversive.

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La Procura, nel corso degli interrogatori, ha sempre respinto qualsiasi ipotesi di alleggerimento delle misure cautelari. La decisione dei giudici di certo non ha sorpreso nessuno: troppo gravi le affermazioni per le quali si progettavano piani eversivi e destabilizzanti per poi creare un nuovo partito e andare al potere.

Il tribunale del Riesame tornerà a riunirsi per esaminare la posizione del principale indagato nel fascicolo. Si tratta di Stefano Manni, ex sottufficiale dei carabinieri, punto di riferimento di un gruppo di esaltati. L’udienza è prevista per lunedì prossimo. Non è detto che Manni intervenga per dire la sua, visto che la legge gli consente di disertare l’appuntamento.

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