Il rifugio segreto di Giovanni Paolo II tra Assergi e Camarda

La storia della chiesa di San Pietro della Ienca visitata migliaia di volte da Papa Wojtyla in gran segreto: così la chiesetta è diventata un santuario noto in tutto il mondo

L'AQUILA. Ai piedi del Gran Sasso, immersa in un silenzio quasi irreale, si erge la minuscola chiesetta di San Pietro della Jenca, il Santuario di Giovanni Paolo II. A due passi dagli abitati di Assergi e Camarda, lungo la strada del Vasto, la chiesa della Jenca si adagia mestamente sulla vetta di un piccolo colle, da dove sembra guardare la cima dedicata, il 18 maggio 2005, a Karol Wojtyla, sulla Cresta delle Malecoste, nei pressi di Pizzo Cefalone. Le piccole case in pietra secca, addossate le une alle altre, abbracciano la chiesetta di montagna, un gioiello di spiritualità. Luogo sacro al Papa polacco, dove il Pontefice, che il prossimo 27 aprile verrà proclamato Santo, si è recato migliaia di volte in gran segreto. Bloccato da una bufera di neve, mentre si recava a sciare a Campo Imperatore, piegò verso il sentiero del vasto e vide, da lontano, il borgo. Ne rimase estasiato. Da allora innumerevoli furono le visite del Papa, che abbandonava le austere stanze del Vaticano per rifugiarsi in preghiera a San Pietro della Jenca, fino al dicembre del 1995, quando la sua presenza in Abruzzo fu resa pubblica. La notizia fece scalpore, dato che pochi giorni prima Giovanni Paolo II aveva accusato un malore in diretta tv. Da allora il profondo legame tra Papa Wojtyla e la chiesetta della Jenca, che conservava la reliquia del Papa fino al furto sacrilego e dove, sul prato antistante, campeggia la scultura in bronzo dedicata al Pontefice, opera dell'artista Fiorenzo Bacci, è andato consolidandosi sempre più. Tanto che la chiesa il 18 maggio 2011 è stata eretta ufficialmente a Santuario di Giovanni Paolo II, con una solenne cerimonia grazie al lavoro certosino dell'associazione “San Pietro della Jenca”, presieduta da Pasquale Corriere. Le recenti ricostruzioni storiche identificano la chiesa come la parte minore di un più ampio e fortificato insediamento monastico. Gli ultimi interventi di restauro, che risalgono al 1997, l'hanno preservata dal sisma. Un tempio della natura e della spiritualità, che ha affascinato a tal punto Karol Wojtyla da spingerlo a farne il suo rifugio segreto.

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