Il sindaco azzera la giunta: Ranalli sempre più in bilico

Incontro tra i vertici del Pd per trovare una soluzione In caso di dimissioni si potrebbe votare anche a maggio

SULMONA. Il sindaco azzera la giunta e gli uomini dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo innestano una clamorosa retromarcia rinnegando l’accordo sottoscritto pochi giorni fa. E ora si rischia di tornare alle urne. I quattro consiglieri che, dopo il patto notturno tra galantuomini siglato nello studio legale dell’assessore regionale avrebbero dovuto entrare in maggioranza, si sono tirati fuori, lasciando il sindaco Peppino Ranalli in braghe di tela. Con l’azzeramento di giunta, il sindaco ha pensato di accelerare i tempi per arrivare a una maggioranza più ampia che gli garantisse un assetto amministrativo più tranquillo. Evidentemente si è sbagliato, tanto che, subito dopo l’ufficializzazione della neutralizzazione dell’esecutivo, con il conseguente ritiro delle deleghe a tutti e quattro gli assessori più il vicesindaco, i consiglieri comunali che fanno riferimento all’assessore regionale di Abruzzo civico si sono affrettati a precisare, tramite Gianfranco Di Piero, l’uomo più vicino al “grande capo”, in quanto responsabile della sua segreteria, che «solo ieri è stata avviata una riflessione, ma un accordo appare difficile con una maggioranza dilaniata e una giunta che non gode di un buon rapporto nemmeno con l’apparato amministrativo». Lo stesso assessore Gerosolimo, che ieri mattina è stato colto da un lieve malore risolto con un controllo in ospedale, ha evitato di entrare nel merito della crisi e sull’azzeramento della giunta operato dal sindaco. «Non c’è alcun accordo», si è limitato a dire, «ed è giusto che della crisi comunale si occupino i gruppi consiliari». Una presa di posizione che ha fatto scattare il campanello d’allarme tanto che qualcuno, interessato ad andare subito alle elezioni, si è affrettato a dire che nove consiglieri erano pronti a firmare la decadenza di Ranalli. Facendo rapidi conti, ai sei dell’opposizione si dovevano aggiungere anche tre consiglieri del Pd. Con nove consiglieri che rassegnano le dimissioni in contemporanea entro il 24 febbraio si decreterebbe lo scioglimento del consiglio comunale e il ritorno alle elezioni nel prossimo mese di maggio. Dimettersi dopo il 24 febbraio significherebbe, invece, lasciare per oltre due anni il Comune nelle mani del commissario prefettizio. Ipotesi che ha provocato l’immediata reazione del primo cittadino, il quale, subito dopo l’incontro con D’Alfonso all’Abbazia celestiniana, ha preteso da lui un chiarimento in presenza del segretario regionale dei democratici, Marco Rapino e di Bruno Di Masci. Quest’ultimo, infatti, controllerebbe da dietro le quinte sia la segreteria cittadina sia le decisioni dei consiglieri comunali democratici che potrebbero firmare le dimissioni insieme ai sei dell’opposizione. E al termine del confronto è emersa la linea che prevede un riavvicinamento tra le anime del Pd. I vertici regionali del Pd hanno infatti invitato il sindaco ad andare avanti nell’operazione avviata con l’azzeramento dell’esecutivo. Lo stesso invito è stato rivolto ai consiglieri comunali, anche quelli delle liste civiche che hanno la tessera Pd, e alle forze del centrosinistra che appoggiano la giunta regionale (chiaro riferimento a Gerosolimo), di sostenere il sindaco per evitare la fine anticipata dell’amministrazione Ranalli che farebbe solo male alla città.

Claudio Lattanzio

©RIPRODUZIONE RISERVATA