Il sindaco di Capistrello: mai preso soldi della Margherita

Monetine contro il fratello di Lusi: «I miei investimenti sono frutto solo del lavoro»

CAPISTRELLO. «Mai avuto nulla a che fare con la Margherita e mai operato sul conto cointestato con mio fratello». È stata una difesa a tutto campo quella del sindaco di Capistrello, Antonino Lusi, fratello del senatore Luigi, il tesoriere della Margherita indagato per appropriazione indebita. Una scelta coraggiosa che lo ha spinto a parlare ieri pomeriggio davanti a un'agguerrita assemblea nella sala riunioni del Comune, divisa tra sostenitori e contestatori, e da dove sono state addirittura lanciate delle monetine.

LA MARGHERITA. Il sindaco del Pd si è detto estraneo all'intera vicenda giudiziaria che ha coinvolto il fratello. «Non ho mai avuto nulla a che fare con la Margherita», ha affermato, «con le sue vicende amministrative e con movimenti di denaro. Gli acquisti degli immobili dei miei figli finiti sulla stampa sono il frutto di una onorata vita professionale che mi ha dato molto e che mi ha spinto a rinunciare all'indennità da sindaco».

CASA DELLA FIGLIA. Sull'acquisto della casa della figlia Sara, Lusi ha affermato che «è documentabile fino all'ultimo centesimo e mi auguro che la magistratura avrà modo di chiarire chi ha fatto qualcosa, io non devo giustificare altri al di fuori di me e ho massima fiducia in tutto l'apparato giudiziario. Sono del tutto estraneo a queste cose».

CONTO COINTESTATO. Sul conto corrente cointestato con il fratello, il sindaco sostiene di non averlo mai gestito. «Come consigliere parlamentare avevo un trattamento di favore da parte della Banca nazionale del lavoro», ha spiegato. «Io venti anni fa aprii un conto intestato a me e mia moglie e uno a me e mio fratello, successivamente uno con mia figlia. Non ho mai operato né su questo ultimo, né su quello con mio fratello, di cui non ho mai ricevuto gli estratti visto che andavano al domicilio di mio fratello. Domani chiederò alla Bnl, agenzia del Senato, la documentazione in tal senso».

ATTI COMUNALI. Ha poi respinto ogni illazione riguardante i provvedimenti presi dall'amministrazione comunale. «Di questa amministrazione», ha affermato Lusi, «non c'è un solo atto che possa lontanamente far pensare che la giunta, oppure la maggioranza consigliare, abbia adottato una sola misura che non fosse coerente con gli obiettivi di risanamento del degrado in cui il Comune si trova e di interesse pubblico generale inteso in senso stretto, specifico».

MONETINE. Non si poteva non ripensare a quel 30 aprile 1993 quando Bettino Craxi, uscendo dall'hotel Raphael di Roma, fu bersagliato da lanci di oggetti, soprattutto monetine. Dal pubblico, al termine dell'intervento di Lusi, un residente ha scagliato delle monete contro il tavolo del primo cittadino e della sua giunta.

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