Il Tar dice sì alle demolizioni in centro storico

Ordinanza impone al Comune di riesaminare una pratica I giudici: via libera al cemento armato con uguali volumetrie

L’AQUILA. Demolire in centro storico si può. Via libera anche al cemento armato, purché l’immobile venga ricostruito mantenendo la sagoma, il volume e la superficie, nonché la tipologia edilizia e architettonica dell’edificio interessato dai lavori. Lo ha stabilito, con ordinanza, il Tar Abruzzo, che ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Fausto Corti per conto di un ricorrente che ha impugnato un provvedimento del Comune che sospendeva l’erogazione del contributo per la ricostruzione di un immobile nella zona di Fontesecco. I giudici amministrativi (presidente Elvio Antonelli, consiglieri Paolo Passoni e Alberto Tramaglini) hanno ordinato al Comune di ripronunciarsi sull’istanza del ricorrente e hanno fissato al 24 gennaio 2014 l’udienza di merito.

L’edificio oggetto del ricorso è un immobile risalente al 1800. Per riparare il palazzo, dopo la pubblicazione dell’avviso per gli interventi in centro storico, fu presentata la proposta di demolizione e ricostruzione con relativo progetto e fu disposto il contributo. Parallelamente fu presentata la richiesta per il permesso a costruire. Da una parte il procedimento per il contributo (intorno al milione) è andato avanti senza ostacoli. Il Comune, invece, ha osservato il permesso a costruire, indicando che la ricostruzione sarebbe dovuta avvenire «in muratura», con le stesse tecniche e materiali. I residenti erano per la demolizione.

A quel punto è stato impugnato il provvedimento del Comune che sospendeva l’erogazione del contributo e di fatto bloccava la demolizione. L’avvocato Corti, nel suo ricorso, ha fatto riferimento a una deliberazione di consiglio comunale del 1999 che consentiva la demolizione e ricostruzione in cemento armato nel rispetto della tipologia architettonica nel caso in cui vi fossero finalità di natura statica. Già in precedenza il Tar si era pronunciato in questa direzione e altri provvedimenti del genere potranno arrivare in seguito. Con questo pronunciamento, che entra nel dibattito tra favorevoli e contrari al «com’era dov’era», sono destinate a cambiare le prospettive nella ricostruzione del centro storico. Fatti salvi i palazzi storici, vincolati e di pregio, tutto il patrimonio immobiliare che non presenta uno specifico valore dal punto di vista architettonico può essere ricostruito anche in cemento armato.

L’ordinanza del Tar è di stretta attualità, all’indomani della denuncia dell’assessore regionale Gianfranco Giuliante sulle «poche demolizioni» e i «troppi rattoppi» in centro storico. Il piano regolatore, per il centro storico, prevede soltanto interventi di restauro e risanamento conservativo. Tuttavia il Comune è alle prese con parecchi edifici non recuperabili. E sono tanti i casi in cui i cittadini chiedono le demolizioni in luogo delle riparazioni. La stessa legge Barca prevede che gli interventi di riparazione in centro debbano essere realizzati secondo tecnologie moderne che garantiscano sicurezza sismica. Il Comune, tuttavia, àncora le sue decisioni ai ristretti margini del Prg. Strumento da adeguare e integrare con piano di ricostruzione, norme di demolizione e ricostruzione e norme per i contributi.

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