Il terremoto, tra ricordi e prevenzione

18 Gennaio 2013

Iniziative per ricordare, 98 anni dopo, il tragico evento che cambiò la storia della Marsica

AVEZZANO. "13 gennaio 1915. Quando il terremoto sconvolse le menti". Così si intitola il libro di Maurilio Di Giangregorio presentato al castello Orsini in occasione della commemorazione delle vittime del terremoto, che 98 anni fa distrusse l'intera Marsica. «La passione per la terra mi ha spinto a scrivere questo libro». L'evento è cominciato con il saluto del sindaco Gianni Di Pangrazio che ha invitato alla prevenzione: «Se dovessero verificarsi altri eventi di questa gravità, occorre un'organizzazione efficiente». Orietta Spera, presentatrice dell'evento, dà la parola a Eliseo Palmieri. L'assessore alla Cultura introduce al pubblico il contenuto del libro con un discorso intenso, raccontando alcuni episodi accaduti in quella situazione di terrore. Per esempio ricorda che a Cocullo un giovane perse la testa mentre gli demolivano la casa e uccise due carabinieri. Poi si suicidò. Ciò a dimostrazione del fatto, come afferma l'autore stesso del libro, che tra i tanti danni provocati dal terremoto gravissima fu la pazzia. Le calamità sono così traumatiche da indurre stress e da spingere addirittura all'omicidio. Eppure, in un clima di così grande angoscia "prove di grande coraggio". Giovanbattista Pitoni fa riferimento al miracolo di Esterina Sorgi, che partorisce sotto le macerie, per ricordare anche gli aspetti meno tragici della vicenda. Dopo la presentazione la mattinata si è conclusa con la proiezione di foto e video a riguardo.

Gianvincenzo Sforza, invece, ha presentato a Celano l’e-Book (libro elettronico) "Il terremoto tra immagini e documenti".

Vuole ricordare quel tragico giorno e raccontare la sua intensità distruttiva. Ha riportato molti aspetti di quel periodo che modificò per sempre il destino dei celanesi di allora ma anche quello delle generazioni postume. «Spetta a noi generazioni attuali, che viviamo i nostri tempi, diventare l'anello di congiunzione tra il passato e il futuro, affidando ai nostri scritti il compito di tramandare al popolo di domani quella che è stata la nostra e che sarà la loro storia».

Lasciamo la chiosa a Gabriel Garcia Marquez: «La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla» .

Valeria Borrelli

Alessia Mammarella

Lorenza Mammarella

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