Sanità in lutto: muore in ospedale l’oculista Gentile, aveva 72 anni

Lascia la moglie e due figli medici. Stamani l’autopsia per accertare le cause. Alle 15 i funerali a Collemaggio. I pazienti lo ricordano con affetto: «mi ha donato occhi nuovi, li userò per vedere l’anima come faceva lui»
L’AQUILA. Saranno celebrati questo pomeriggio alle 15, nella basilica di Collemaggio i funerali di Stefano Gentile, notissimo oculista dell’ospedale dell’Aquila, morto ieri all’età di 72 anni. Una morte tanto inaspettata che i parenti hanno richiesto un esame autoptico per capirne le cause. Gentile era in cura al San Salvatore e niente sembrava presagire l’improvviso esito infausto della sua malattia. Questa mattina è prevista un’autopsia da parte dell’anatomopatologo Giuseppe Calvisi che effettuerà l’esame teso a stabilire la causa di una morte che ha lasciato senza parole il gran numero di aquilani, colleghi e pazienti che vedevano in Gentile un vero e proprio faro nella professione medica nel campo dell’oculistica.
«Nomen omen», hanno scritto in molti ricordando la sua gentilezza e professionalità. Gentile fa parte di una famiglia che ha dato tantissimo alla medicina e alla sanità aquilana. La moglie Velia ha prestato la sua opera al pronto soccorso, la figlia Fiorella è medico come medico oculista è il figlio Rodolfo, con l’attività distribuita negli studi all’Aquila e fuori città. Era andato in pensione da qualche anno e, dopo aver lavorato al San Salvatore, aveva abbracciato la professione privata. La sua morte improvvisa ha scosso profondamente la città e la notizia ha fatto letteralmente il giro del web. Tantissimi ricordano la sue gentilezza e professionalità, mentre c’è chi rimarca la sua bravura con il laser. C’è chi lo ringrazia per aver dato la vista, permettendole una vita normale, a una bambina di 3 anni che fino a quel momento vedeva solo luci diffuse. «Non l’ho mai ringraziata abbastanza, nessuno è riuscito a farlo a sufficienza per la sua infinita gentilezza e per le sue magie», scrive l’ex paziente. «Mi ha donato occhi nuovi, le prometto che li userò per vedere davvero gli occhi degli altri come se ne stessi vedendo l’anima, come era in grado di fare lei». C’è chi ricorda l’infanzia al Torrione, mentre i colleghi di lavoro esprimono il cordoglio con parole toccanti promettendo che il suo sorriso e la sua professionalità saranno ricordate per sempre. Persona amabilissima, profondamente credente e di grande modestia, lascia la moglie Velia, i figli Rodolfo e Fiorella, il nipote Valerio, ma soprattutto il ricordo commosso di un’intera comunità.
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