Inchiesta chiese, i nomi degli indagati

Si tratta di un imprenditore, uno scrittore e una funzionaria dei Beni culturali. Ipotesi corruzione e turbativa d’asta
L’AQUILA. Sono tre, per ora, gli indagati nell’inchiesta sull’affidamento di appalti pubblici per la ristrutturazione e i puntellamenti delle chiese e palazzi storici aquilani. Uno dei sospettati è Vincenzo Altorio, di Tagliacozzo, persona vicina all’ex commissario per la ricostruzione dei beni culturali Luciano Marchetti. Altorio, infatti, ha curato un importante volume sui puntellamenti e, in particolare, sull’operato dello stesso Marchetti dal titolo «Misaq-messe in sicurezza all’Aquila dopo il terremoto». Come pure è autore di «Memento Aquila» che raccoglie testimonianze di 99 persone per non dimenticare le vittime del sisma. Un’opera presentata in tutta Italia. Altorio, che è anche un appassionato di auto antiche, è indagato in quanto ha subìto una perquisizione.
Gli altri due indagati sono la funzionaria della Direzione regionale dei beni culturali, Alessandra Mancinelli, di Avezzano, e l’imprenditore siciliano Massimo Vinci, residente a San Demetrio ne’ Vestini. Nei prossimi giorni potrebbero finire sotto inchiesta un’altra decina di persone in qualche modo coinvolte con l’affidamento degli appalti, una torta da quaranta milioni di euro.
Tra i lavori sotto la lente di ingrandimento di Finanza e squadra Mobile ci sono quelli riguardanti importanti chiese. Tra queste la Cattedrale di San Massimo, aggregato che comprende anche la vecchia sede della Curia arcivescovile, le chiese di Santa Maria Paganica e San Marco Evangelista, Palazzo Cappelli di San Demetrio ne’ Vestini.
Al vaglio degli investigatori ci sono una serie di documentazioni che sono state acquisite in occasione di alcuni blitz che sono stati fatti nella sede della Curia arcivescovile e nella sede della Direzione regionale dei beni culturali. Sono stati chiesti e ottenuti documenti riguardanti i lavori appaltati durante la gestione del vicecommissario Marchetti. Gli investigatori, anche sulla scorta di una serie di segnalazioni e anche di una levata di scudi dell’Ance, che contestava le scelte fatte per l’affidamenti di certi lavori, hanno deciso di avviare un’indagine, circa un anno fa, che in questi giorni sta avendo un’accelerazione. Una spinta ulteriore potrà arrivare anche da alcune audizioni che sono state fatte, compreso l’interrogatorio, quantunque non verbalizzato, della funzionaria avezzanese che è stata ascoltata molto a lungo. L’impressione è che gli inquirenti si siano convinti che gli episodi di presunta illiceità non sono occasionali ma siano caratterizzati da un filo conduttore. Le censure più significative, sull’affidamento di appalti per i restauri, riguardavano l’indicazione di requisiti obbligatori che potevano avere soltanto poche ditte in Italia, scelta che di fatto escludeva molte imprese edili locali che, al contrario, avrebbero comunque potuto portarli a termine nei tempi previsti. Al di là della posizione dei tre indagati (Altorio, Mancinelli, Vinci) i reati contestati sono pesantissimi visto che si va dalla corruzione, alla violazione delle norme del codice degli appalti, al falso, all’abuso d’ufficio oltre, ovviamente, alla turbativa d’asta. I sospettati sono assistiti dagli avvocati marsicani Umberto Paris, Stefano Ciccarelli, Piergiorgio Mancinelli.
©RIPRODUZIONE RISERVATA