Inchiesta sul sesso nel B&b Spuntano altri personaggi

Nuovi particolari dalle indagini che hanno portato all’arresto di due persone Uno dei sospettati voleva mettersi in proprio in un altro appartamento

L’AQUILA. Spuntano altri personaggi nella fitta rete di rapporti legati al giro di prostituzione che la squadra Mobile della questura dell’Aquila ha sgominato nei giorni scorsi dopo i due arresti relativi all’attività di un bed and breakfast sulla strada statale 17 Ovest, nei pressi del casello autostradale. Secondo l’accusa la struttura ricettiva era semplicemente un’attività di copertura di ben altro giro d’affari.

Oltre ai due arrestati – Agostino Di Carlo, di 68 anni, di Vigliano di Scoppito e Giuseppe Cerasoli, di 69 anni, nato a Ginosa (Taranto) e residente all’Aquila – sono al vaglio degli investigatori le posizioni di altri due aquilani che secondo l’accusa hanno cooperato al «favoreggiamento della prostituzione all’interno dell’affittacamere».

Il loro ruolo emerge da un’intercettazione telefonica del 19 dicembre 2015 nella quale Di Carlo fa riferimento a un precedente rapporto con questi due personaggi.

MI METTO IN PROPRIO. Agli atti dell’indagine, che non è stata ancora formalmente chiusa, dunque potrebbe riservare altre sorprese nei prossimi giorni, anche una telefonata che per la Procura «evidenzia chiaramente l’interessamento di Cerasoli nella gestione del meretricio e l’intenzione di quest’ultimo di gestire direttamente una casa d’appuntamenti e sganciarsi da Di Carlo». In particolare, nel mese di febbraio del 2016 l’uomo contatta una donna che offre sesso a pagamento per illustrarle il suo piano.

«Dopo preliminari accordi», sostiene l’accusa, «la invita a venire il giorno seguente all’Aquila con la sua amica, così avrà modo di far vedere a entrambe un appartamento che potranno prendere in locazione per esercitarvi la prostituzione, specificando, però, che l’affitto dovrà essere per almeno dodici mesi. La donna chiede all’indagato se il proprietario di casa è al corrente del lavoro che le stesse vi andranno a svolgere e Cerasoli le risponde dicendo: “a lui non gliene frega niente di quello che fate, ce ne ha un’altra affittata a delle cinesi che fanno la stessa cosa».

450 EURO AL MESE. Nelle ore successive si susseguono altre telefonate nelle quali il progetto viene esplicitato anche con riferimento ai costi. Spunta la proposta di affittare un’intera abitazione per un anno, a un canone mensile di 450 euro comprese le spese di gestione. Una delle donne si dice «preoccupata» nel prendere l’impegno per un anno.

Ma Cerasoli, nel corso di un’altra delle telefonate intercettate e finite agli atti dell’inchiesta, la rassicura: «Non ti preoccupare, te la gestisco io...la facciamo girare...capito...l’importante è prenderla, poi la gestiamo diversamente capito...ci mettiamo d’accordo a quattr’occhi».

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