Insediamento Accord, tempi lunghi

Il progetto è ancora nella fase istruttoria da parte di Invitalia. Lavoratori (da rioccupare) pronti ad azioni di protesta

L’AQUILA. Un progetto ancora in fase di istruttoria, nella sede di Invitalia.

Non sono bastati due anni, all’agenzia del ministero dell’Economia, per sciogliere il nodo del contributo di 12 milioni chiesto dall’Accord Phoenix per realizzare all’Aquila un sito per lo smaltimento dei rifiuti. I sindacati, che prevedono tempi ancora lunghi, annunciano che i lavoratori dell’ex polo elettronico, che attendono di essere ricollocati e la cui mobilità scade tra aprile e maggio, sono pronti a una manifestazione di protesta, se la Regione non convocherà al più presto un tavolo istituzionale in grado di dare risposte sul ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga. Ma risposte dovrebbero arrivare anche sull’intera operazione lanciata dall’imprenditore anglo-indiano Ravi Shankar, difesa a spada tratta dal sindaco Massimo Cialente, e su cui centinaia di persone hanno riposto le ultime speranze occupazionali.

«Lo scorso 23 marzo», dicono Gino Mattuccilli della Fim-Cisl, Alfredo Fegatelli della Fiom-Cgil e Clara Ciuca della Uilm-Uil, «abbiamo inviato una prima richiesta di convocazione di un tavolo regionale per discutere il progetto di insediamento industriale dell’Accord Phoenix, più volte annunciato, ma non ancora operativo. La prossima scadenza della mobilità per gli ex dipendenti del polo elettronico, prevista a scaglioni tra aprile e maggio, rende necessario un confronto immediato. Dopo la riunione di gennaio scorso, in prefettura, non abbiamo più avuto notizie ufficiali, nonostante le sollecitazioni del sindacato agli enti interessati. Secondo le ultime notizie reperite», proseguono i sindacalisti, «l’insediamento dell’Accord Phoenix è ancora in fase di istruttoria da parte di Invitalia: ne deduciamo che i tempi per il via libera definitivo al progetto saranno ancora lunghi». Vista l’imminente scadenza della mobilità per i lavoratori delle aziende coinvolte nel progetto industriale, fissata tra aprile e maggio 2015, Fim-Fiom-Uilm sollecitano un intervento diretto della Regione. «Le maestranze rischiano di restare senza alcun sostegno economico», concludono Mattuccilli, Fegatelli e Ciuca, «e parliamo di centinaia di famiglie aquilane che finora hanno tirato avanti con il solo sussidio della mobilità. La Regione, attraverso gli assessorati competenti, deve intervenire per studiare un ammortizzatore sociale in deroga, che consenta di traghettare i lavoratori verso il ricollocamento sul mercato, con l’intervento dell’Accord Phoenix, ampiamente sostenuto dalle istituzioni locali».

In assenza di una «immediata risposta» da parte della Regione, le maestranze dell’ex polo elettronico, unitamente alle organizzazioni sindacali, organizzeranno una manifestazione di protesta. ©RIPRODUZIONE RISERVATA