Isola pedonale, la città resta divisa: «Non basta a rilanciare il centro» 

Le associazioni di categoria: «Non risolve i problemi, c’è bisogno di interventi per recuperare la zona» L’ex assessore Presutti: «Strade pericolose, subito più controlli per far rispettare i limiti di velocità»

AVEZZANO. In città si è riaperto il dibattito legato alla pedonalizzazione del centro dopo l’incidente di sabato mattina nel cuore di piazza Risorgimento. L’immagine dell’auto bianca, guidata da un 42enne albanese sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, contro i tavolini del centralissimo Gran Caffè ha riportato di attualità il tema, già lungamente discusso negli ultimi anni, di chiudere al traffico il quadrilatero intorno alla piazza. La questione è scivolosa e anche in seno al partito pro isola si evidenziano spaccature. Su un aspetto, però, il parere è unanime: la sola pedonalizzazione non basta a prevenire gli incidenti stradali. Serve qualcosa in più: soprattutto controlli, di uomini, mezzi e tecnologie, per il rispetto dei limiti di velocità oraria.
ricette per il centro
«L’incidente poteva capitare ovunque, anche con l’isola pedonale permanente», afferma Giuliano Montaldi, presidente di Confcommercio Avezzano. Non solo: «Possiamo ragionare sulla pedonalizzazione permanente soltanto nel caso in cui la città e il centro tornino a essere attrattivi, ma senza iniziative che possano richiamare le persone a vivere piazza Risorgimento è inutile parlare di isola pedonale». Dello stesso avviso è anche Carlo Rossi, direttore di Confesercenti della provincia dell’Aquila: «I problemi del centro della città non si risolvono con le chiusure al traffico ma con azioni mirate a valorizzare l’intera zona. Bene i controlli per garantire maggiore sicurezza anche sulle strade ma l’isola pedonale può essere prevista solo nel caso in cui sia accompagnata da eventi e iniziative, oltre che da opere di riqualificazione». Per il rilancio del centro, Rossi individua nel recupero dell’ex complesso scolastico Corradini-Fermi uno snodo cruciale: «Siamo favorevoli a un recupero in chiave commerciale e culturale, ma anche su qualcosa che faccia leva sul mondo dei giovani. Si tratta di un progetto che può ridare slancio all’intero comparto commerciale ed economico».
cambio culturale
Fabrizio Belisari, direttore della Cna di Avezzano, benedice invece l’isola in centro: «Darebbe benefici con il tempo, dobbiamo ampliare i nostri orizzonti e guardare alle tanti grandi città italiane che hanno previsto la pedonalizzazione del centro cittadino. Serve un cambio di marcia sotto il punto di vista culturale». In più, sottolinea Belisari, «alcuni dehors posti all’interno della carreggiata, con le auto che sfrecciano a pochi metri dai clienti, sono molto pericolosi». Sul problema dell’alta velocità, anche l’esponente di Cna punta «su maggiori controlli delle forze dell’ordine».
più controlli
Sulla questione interviene anche l’ex assessore Crescenzo Presutti, da sempre vicino alle tematiche della mobilità sostenibile: «Servono studio e competenza, non si può continua re a procedere ascoltando soltanto gli umori senza obiettivi condivisi. È tempo di iniziare a guardare altre città e civiltà, in cui intere aree del centro sono pedonalizzate. Avezzano è diventata ormai piena di autostrade, servono azioni per far rispettare i limiti ma questa è stata l’unica città in Italia in cui è stato rimosso il T-red...».
Non è sfuggito ai più nemmeno il post pubblicato da Massimo Coccia, direttore artistico di Harmonia Novissima: «Ritengo che solo un’isola pedonale permanente per tutto l’anno, attrezzata con piste ciclabili e arredata, potrà garantire sicurezza e tranquillità per i dehors e i clienti dei locali».
Zone 30
Critico anche Giuseppe Tempesta del Comitato mobilità sostenibile marsicana: «Il problema sono le auto in centro, c’è il limite di 30 chilometri orari ma bisogna far sì che le persone lo rispettino. È impossibile intervenire sulle persone ma servono telecamere e altri mezzi tecnologici per far rispettare i limiti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA