l'inchiesta

L'Aquila, appalto spazzaneve: in quattro a giudizio

Imputati due funzionari della Provincia e l’imprenditore pescarese Barbuscia, che secondo l'accusa sarebbe stato il «beneficiario di una gara pilotata»

L’AQUILA. Il ciclone giudiziario che si era abbattuto sulla Provincia per un appalto di dubbia legalità non perde forza: quattro imputati su cinque sono stati rinviati a giudizio. Sotto processo sono finiti Francesco Fucetola, 64 anni, di Castel del Monte, ex dirigente del settore Viabilità e trasporti; Giuseppe Fiaschetti, 55 anni, di Lucoli, geometra del settore Viabilità dell’ente, Piero Barbuscia (64), di Pescara, concessionario della Mercedes-Benz; Piera Serinaldi (42), residente a Montereale, titolare di una ditta .

Il gup ha prosciolto da ogni accusa l’imprenditore aquilano Gaetano Specchio e ha fatto cadere alcune imputazioni per Fucetola e Fiaschetti per abuso d’ufficio. Per questo specifico capo il gup ha ritenuto che «il fatto non sussiste». Stesso discorso per un falso, correlato alla precedente contestazione, per Fucetola e Fiaschetti. Restano in piedi le altre accuse: si ipotizza l’acquisto di spazzaneve con i soldi per l’emergenza post-sisma ma , secondo il pm, architettato da dirigenti e funzionari dell’ente per favorire il concessionario della Mercedes-Benz di Pescara mentre altri imprenditori avrebbero comunque avuto delle agevolazioni illecite. Il raggiro poggiava sul presupposto (di pura fantasia, per la Procura), che quattro spazzaneve sarebbero stati danneggiati dal crollo del cedimento strutturale dell’autoparco dell’ente: ma il crollo non c’è mai stato. Fucetola e Fiaschetti sono accusati di avere attestato il cedimento strutturale del tetto dell’autoparco provocando danni a quattro mezzi. Con tale artificio avrebbero ottenuto illecitamente un finanziamento dalla Protezione civile di 734 milioni. In totale la somma data dalla Protezione civile fu di un milione e mezzo. Fiaschetti, Fucetola e Barbuscia sono accusati di turbativa d’asta per la fornitura dei nuovi sei mezzi spazzaneve “Unimog”. Una gara «pilotata» poggiata, appunto, sul falso presupposto che i quattro mezzi erano inservibili. Secondo l’accusa i mezzi richiesti nella gara coincidevano ad arte con quelli della Mercedes ed erano stati invitati altri concessionari che non avrebbero potuto offrire mezzi con caratteristiche tecniche adeguate alle esigenze: una gara, dunque, già decisa per Barbuscia. La Serinaldi è accusata di falso e truffa. Avrebbe attestato l’impiego di un mezzo antineve “Class” per conto della Provincia mentre lo stesso era al lavoro per altro appalto. Gli avvocati: Ferdinando Paone, Pietro Gallo, Angela Sollecchia, Giuliano Milia, Fabrizio Di Carlo. Processo il 20 ottobre. Le difese: «Accuse infondate».

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