L'Aquila, asilo senza collaudo: si mobilitano le mamme

11 Agosto 2011

Confindustria Mantova: "I nostri sforzi traditi da intoppi e ritardi"

L'AQUILA. Mamme mobilitate per un'occupazione simbolica con sfalcio dell'erba fai-da-te. Una ruspa al lavoro per avviare la messa a terra dell'impianto elettrico. Proteste dai donatori di Mantova. Asilo senza collaudo, qualcosa si muove.

La storia dell'asilo nido Ape Tau, inaugurato a ottobre 2010 dopo una donazione da parte della Fondazione comunità mantovana onlus (con dentro Confindustria, enti locali, associazioni non profit, cittadini e Politecnico di Milano che ha regalato il progetto) e da allora ancora chiuso, vicenda raccontata ieri dal Centro, ha provocato le prime reazioni.

Prima tra tutte quella della comunità di Coppito. Oltre ad aver avviato, per iniziativa della Pro loco, la raccolta di firme per chiedere al Comune l'immediata apertura della struttura alla quale mancano le certificazioni, le mamme sono pronte a mobilitarsi. Una due giorni di «occupazione simbolica», il 22 e 23 agosto, che si trasformerà in una maxi-ripulitura di tutta l'area dalle erbacce. Del resto, alle mamme che si rivolgono al Comune per avere notizie viene detto che il nido non potrà essere disponibile neppure per settembre.

«Siamo stufi», hanno dichiarato alcune delle persone che si stanno battendo per l'apertura, «quindi almeno cominciamo a dare il buon esempio facendo qualcosa noi. Ma poi il Comune deve garantire tutti gli adempimenti necessari per aprire l'asilo in tempi brevi».

Prime ruspe all'opera, intanto, per la messa a terra degli impianti elettrici. La notizia è arrivata anche a Mantova, dove la mobilitazione aquilana su questo tema viene accolta con entusiasmo. Così il presidente di Confindustria della città di Virgilio Alberto Truzzi: «Capiamo tutti i problemi del Comune, ma i nostri sforzi rischiano di essere vanificati da intoppi burocratici da superare in fretta. Abbiamo donato la struttura perché sia usata, non per farla morire soffocata dall'erba. Ci sono problemi anche per i 3mila euro del collaudatore. Non è cattiva volontà, bene, ma bisogna concretizzare». (e.n.)

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