L'Aquila, caccia ai voti in libera uscita degli sconfitti
Contatti e trattative per recuperare consensi in vista del 25 giugno. Pontieri al lavoro
L’AQUILA. Ci vorrebbe un colpo di genio per vincere le elezioni. E a ben vedere, si è già messo in movimento un reggimento di pontieri. Reparti ultraspecializzati in captazioni di voti da uno schieramento all’altro. Senza distinzioni. Ponti che scorrono sopra a fiumi di delusioni, veleni, amarezze, voglie di rivalsa, mal di pancia annunciati e pentimenti repentini, trasformismi di varia natura. A una settimana dal ballottaggio, formalizzati i voti dell’uno e dell’altro candidato (Americo Di Benedetto 18.395 voti; Pierluigi Biondi 13.903), centrosinistra e centrodestra sono al lavoro sia per confermare i consensi acquisiti, che già sarebbe un successone per entrambi, sia per strapparne di nuovi. A chi? Agli altri, ovviamente. La caccia continua.
UN’ESTATE AL MARE. Andare a votare il 25 giugno sarà davvero, per molti, un sacrificio. Forse sarebbe meglio spostare le urne sotto gli ombrelloni oppure al fresco del bordo lago. Lo sanno bene i due contendenti che quello dell’affluenza più bassa rispetto al primo turno è un rischio concreto. Senza il traino del voto promesso al familiare o all’amico la voglia di disimpegno è dietro l’angolo.
DUE PIÙ DUE. I 4492 voti in più per Di Benedetto (11 punti percentuali di differenza) rappresentano un vantaggio più che consistente. Finora, nel campo degli sconfitti, nessuno ha parlato di apparentamento. L’ex manager Asl Giancarlo Silveri ha riunito i suoi a notte fonda per decidere il da farsi. Voti grillini in libertà, a parte posizioni personali, dice il movimento. Ma il Pd ne prenderà pochi, da quel lato. Tuttavia, il bottino dei 6630 voti della multiforme galassia degli sconfitti è un magma difficilmente compattabile.
GLI AMBASCIATORI. Il centrosinistra, ad esempio, che potrebbe anche scegliere di non cercare appoggi altrove, in caso di apparentamento ufficiale dovrebbe cedere un seggio. E vista la battaglia già in atto e le lamentele degli esclusi eccellenti non sarebbe una scelta facile. Meglio allora, portare avanti trattative private. Il favo col miele sono i voti di Silveri. In questo caso (vedi articolo in basso) il pontiere è l’ex senatore Enzo Lombardi. Più a sinistra, invece, il dialogo potrebbe essere avviato più facilmente con due transfughi della coalizione come Enrico Perilli e Antonello Bernardi, entrambi non eletti. Al lavoro, sottotraccia, anche i padri nobili della destra aquilana che puntano su alcune figure non di sinistra della lista Il Passo Possibile come Elia Serpetti e Massimiliano Pieri per rastrellare voti pro Biondi.
IL PRECEDENTE. Per non farsi mancare nulla, giova ricordare il precedente dei delegati di lista che si apparentarono con Cialente nel 2012 in dissenso col candidato sindaco non eletto Angelo Mancini, che portava in dote 2700 voti. Tutto può succedere, insomma.
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