L’Aquila, crollo in via D’Annunzio, tre indagati

Sotto accusa il costruttore del fabbricato e chi si è occupato della ristrutturazione. Contestati l’omicidio colposo, lesioni e disastro colposo. Sono 13 le persone morte sotto le macerie
L’AQUILA. E’ sfociata in tre informazioni di garanzia una delle inchieste penali più importanti sui crolli: quella riguardante il palazzo in cemento armato di via Gabriele D’Annunzio sotto le cui macerie morirono tredici persone e due rimasero ferite.
GLI INDAGATI. I tre indagati sono il costruttore Filippo Impicciatore, 71 anni, originario della provincia di Chieti, ma trasferito da anni in Venezuela; fu lui tra i realizzatori dell’edificio nel lontano 1961; il progettista dei lavori di ristrutturazione del 2002, Fabrizio Cimino (49), ingegnere, dell’Aquila, e l’imprenditore esecutore dei lavori di restauro nel 2002, Fernando Melaragno (61), originario della provincia di Isernia. I capi di imputazione sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni. Le lesioni sono contestate nell’avviso di garanzia in quanto ci sono due persone che sono rimaste ferite in seguito al crollo.
Gli indagati sono assistiti dall’avvocato di ufficio Giuliana Martinelli. Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della procura coordinati dal colonnello Piero Di Censo. Le informazioni di garanzia sono firmate dai pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti.
CITAZIONI CIVILI. Nell’indagine penale sul crollo del condominio di via D’Annunzio, dove lo scorso 6 aprile sono morte 13 persone, vengono citate anche altre tre persone che essendo decedute, non riteniamo opportuno citare. Sono il direttore dei lavori, il progettista, e il titolare dell’impresa che ha fatto i lavori nel 1961. I provvedimenti sono stati notificati agli eredi ma pur contenendo le stesse accuse formulate nei confronti dei tre indagati del quarto filone della maxi inchiesta sul terremoto, gli atti sono finalizzati alla sola azione civile legata all’eventuale risarcimento danni che potrebbe essere dovuto ai familiari delle vittime e dei feriti. Ma si tratta di vicende ancora tutte da verificare.
IL PALAZZO. Il palazzo di via D’Annunzio, nei pressi della villa comunale, è l’unico crollato su se stesso nella zona e questo insieme agli elementi emersi dalla perizia dei consulenti della Procura ha fatto propendere la procura stessa per la negligenza umana nell’iter realizzativo della struttura che pure era in cemento armato.
La perizia, ma si tratta di una consulenza di parte, parla di materiali scadenti usati per la realizzazione del fabbricato e di presunti errori progettuali.
I MORTI. Il crollo di questo condominio ha provocato tragedie in tredici famiglie. Queste le vittime: Giuliana Tamburro, Mario Tamburro, Stefano Antonini, Libero Muzi, Lucilla Muzi, Vilma Gasperini, Nicola Bianchi, Giuseppe Lippi, Giovanna Lippi, Marco Santosuosso, Carmelina Iovine, Matteo Vannucci e Maria Giuseppina De Nuntiis. Il destino si è accanito con alcuni di loro. Tra le vittime, infatti, c’è anche chi ha scelto di dormire in quel palazzo ritenendolo più sicuro di quello, molto più vecchio, dove pure sarebbero potuti andare e che sembrava vulnerabile. Ma che, invece, è rimasto in piedi.
ALTRE INDAGINI. La Procura è al lavoro su altri filoni sui crolli dei condomini privati, tra cui via XX Settembre 123, e poi gli avvisi di garanzia sul crollo di alcune parti dell’ospedale San Salvatore, uno dei casi che ha fatto più discutere nelle ore successive al tragico sisma del 6 aprile scorso. Sono queste le prossime mosse annunciate dal procuratore capo, Alfredo Rossini. «Dopo via D’Annunzio» ha detto «continueremo a lavorare sui crolli dei condomini privati che tanti morti hanno causato».
GLI INDAGATI. I tre indagati sono il costruttore Filippo Impicciatore, 71 anni, originario della provincia di Chieti, ma trasferito da anni in Venezuela; fu lui tra i realizzatori dell’edificio nel lontano 1961; il progettista dei lavori di ristrutturazione del 2002, Fabrizio Cimino (49), ingegnere, dell’Aquila, e l’imprenditore esecutore dei lavori di restauro nel 2002, Fernando Melaragno (61), originario della provincia di Isernia. I capi di imputazione sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni. Le lesioni sono contestate nell’avviso di garanzia in quanto ci sono due persone che sono rimaste ferite in seguito al crollo.
Gli indagati sono assistiti dall’avvocato di ufficio Giuliana Martinelli. Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della procura coordinati dal colonnello Piero Di Censo. Le informazioni di garanzia sono firmate dai pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti.
CITAZIONI CIVILI. Nell’indagine penale sul crollo del condominio di via D’Annunzio, dove lo scorso 6 aprile sono morte 13 persone, vengono citate anche altre tre persone che essendo decedute, non riteniamo opportuno citare. Sono il direttore dei lavori, il progettista, e il titolare dell’impresa che ha fatto i lavori nel 1961. I provvedimenti sono stati notificati agli eredi ma pur contenendo le stesse accuse formulate nei confronti dei tre indagati del quarto filone della maxi inchiesta sul terremoto, gli atti sono finalizzati alla sola azione civile legata all’eventuale risarcimento danni che potrebbe essere dovuto ai familiari delle vittime e dei feriti. Ma si tratta di vicende ancora tutte da verificare.
IL PALAZZO. Il palazzo di via D’Annunzio, nei pressi della villa comunale, è l’unico crollato su se stesso nella zona e questo insieme agli elementi emersi dalla perizia dei consulenti della Procura ha fatto propendere la procura stessa per la negligenza umana nell’iter realizzativo della struttura che pure era in cemento armato.
La perizia, ma si tratta di una consulenza di parte, parla di materiali scadenti usati per la realizzazione del fabbricato e di presunti errori progettuali.
I MORTI. Il crollo di questo condominio ha provocato tragedie in tredici famiglie. Queste le vittime: Giuliana Tamburro, Mario Tamburro, Stefano Antonini, Libero Muzi, Lucilla Muzi, Vilma Gasperini, Nicola Bianchi, Giuseppe Lippi, Giovanna Lippi, Marco Santosuosso, Carmelina Iovine, Matteo Vannucci e Maria Giuseppina De Nuntiis. Il destino si è accanito con alcuni di loro. Tra le vittime, infatti, c’è anche chi ha scelto di dormire in quel palazzo ritenendolo più sicuro di quello, molto più vecchio, dove pure sarebbero potuti andare e che sembrava vulnerabile. Ma che, invece, è rimasto in piedi.
ALTRE INDAGINI. La Procura è al lavoro su altri filoni sui crolli dei condomini privati, tra cui via XX Settembre 123, e poi gli avvisi di garanzia sul crollo di alcune parti dell’ospedale San Salvatore, uno dei casi che ha fatto più discutere nelle ore successive al tragico sisma del 6 aprile scorso. Sono queste le prossime mosse annunciate dal procuratore capo, Alfredo Rossini. «Dopo via D’Annunzio» ha detto «continueremo a lavorare sui crolli dei condomini privati che tanti morti hanno causato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA