verso il giubileo

L'Aquila, la diocesi conferma: la Porta Santa si apre il 13 dicembre

Tutto pronto per la cerimonia alla basilica di San Bernardino. Corteo da Santa Maria di Farfa e sacerdoti per le confessioni

L’AQUILA. Tutto pronto, e tutto confermato, per l’appuntamento di apertura del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco che all’Aquila verrà inaugurato con particolare solennità nella basilica di San Bernardino. L’invito del pontefice a tenere aperte le porte delle chiese è stato raccolto e sono tanti i parroci che già lo fanno da tempo.

La diocesi ha messo a punto, nei giorni scorsi, il programma definitivo della liturgia in programma domenica 13 dicembre, terza di Avvento. In particolare, a partire dalle 17,30, è previsto il raduno dei partecipanti vicino alla chiesa di Santa Maria di Farfa dove è previsto l’inizio della messa.

Poi, in processione, i fedeli raggiungeranno la vicina basilica di San Bernardino, dove seguirà il rito dell’apertura della Porta della Misericordia e la solenne concelebrazione eucaristica che sarà presieduta dall’arcivescovo metropolita Giuseppe Petrocchi.

Al termine della messa, la basilica rimarrà aperta per dare la possibilità, a quanti vorranno, di accostarsi alla confessione sacramentale e ottenere l’indulgenza plenaria secondo le disposizioni della Chiesa.

Il presule, stamani alle 11, celebrerà la messa nella chiesa di Cristo Re, nella giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Sempre oggi, alle 15,30, è in programma l’incontro mensile di formazione delle religiose della diocesi con l’arcivescovo, nell’istituto scolastico delle suore francescane “Micarelli”.

Lo stesso presule, a margine della visita ufficiale all’Aquila del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in relazione ai recenti attentati terroristici e all’allerta scattata anche per alcuni luoghi simbolo della cristianità in Italia, ha inteso rivolgere un richiamo al «senso di responsabilità» di tutti coloro che, in vario modo, sono impegnati nel raccontare gli eventi, «con particolare riferimento al mondo dell’informazione», ha detto Petrocchi, «che mai come in questo momento ha un compito delicato per evitare che possano innescarsi meccanismi di rappresaglia oppure ritorsione, con gravi conseguenze».

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