L'Aquila, padre e figlio sospettati di essere vicini all'Isis

Sono due marocchini che il prefetto ha espulso per motivi di sicurezza dello Stato. Abitavano a San Gregorio. Nei loro pc video anti occidentali e di natura "complottista"

L'AQUILA. Nei loro computer sono stati trovati video ritenuti "marcatamente anti occidentali" e di natura "complottista" in relazione all’attentato alle Torri Gemelle di New York. E' stata questa una delle tracce seguite dalla polizia e che alla fine hanno portato all'espulsione dall'Italia due marocchini, padre e figlio, perché sospettati di essere vicino all'Isis. I due, il padre 57enne e il figlio di 27 anni, abitavano nella frazione di San Gregorio e negli ultimi anni, erano stati allontanati dai centri culturali islamici di Avezzano e L’Aquila, per la loro condotta estremamente radicale, sfociata anche in aggressioni fisiche. Padre e figlio avevano inoltre precedenti per diffamazione, possesso di sostanze stupefacenti e furto.

Non avevano un lavoro: nella frazione aquilana dove risiedevano sono rimaste moglie e altri tre figli che sono risultati estranei alle accuse. In particolare, il genitore, come si legge in una nota della questura, ha piccoli precedenti per diffamazione e possesso di sostanza stupefacente: nei suoi confronti, l'attività investigativa condotta dalla Digos diretta dal vice questore Antonio Bocelli, ha consentito «di evidenziare una copiosa quantità di indicatori di radicalizzazione religiosa in atto, tendenti verso derive di natura jihadista, sebbene, allo stato, non sia emerso alcun elemento rilevatore di una adesione dell'uomo a sodalizi terroristici di alcun genere». Anche il figlio, ha piccoli precedenti per spaccio di sostanza stupefacente, furto ed inoltre per essere stato denunciato dalla Digos per aver falsificato la documentazione fiscale presentata in occasione del rinnovo del permesso di soggiorno, al fine di rimanere in Italia.

Dalle successivi indagini della Digos sarebbe emersa "una chiara adesione ai principi più radicali della religione islamica, con possibili derive di natura jihadista". Di qui il provvedimento di espulsione adottato dal prefetto dell'Aquila "per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato". I due sono così stati accompagnati all'aeroporto di Fiumicino e rimpatriati in Marocco.