L'Aquila: Petrocchi, festa tra appalusi e falsi allarmi / VIDEO

Prima messa da cardinale. Troppo incenso fa scattare l’antincendio: basilica sgomberata. Poi la cerimonia riprende: "Auguro alla città una ricostruzione integrale,  a misura di “tutto” l’uomo e di “ogni” uomo"

L'AQUILA. Messa di ringraziamento col brivido del falso allarme antincendio. Il neo-cardinale Giuseppe Petrocchi, alla sua prima liturgia solenne da porporato nella città di cui è arcivescovo, ha visto in un attimo svuotarsi la basilica di Santa Maria di Collemaggio stipata di fedeli (circa un migliaio).

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Basilica di Collemaggio, dall'attesa per la prima messa di cardinal Petrocchi all'allarme antincendio
Momenti di apprensione all'Aquila quando i fedeli sono stati invitati a uscire dalla chiesa

Molti hanno infatti seguito alla lettera la voce registrata che invitava tutti a raggiungere l’uscita più vicina per allontanarsi da «una situazione per la quale occorre sgomberare l’edificio». Ci sono voluti alcuni minuti per capire che si trattava di un falso allarme.

I fedeli fuori dalla basilica dopo l'allarme anticendio (foto di Raniero Pizzi)

La cerimonia è poi proseguita senza altre interruzioni. Lo stesso arcivescovo emerito Giuseppe Molinari, nel portare il saluto al porporato a nome del clero, ha affermato che la tecnologia ha tanti meriti e vantaggi, sottolineando tuttavia che l'allarme era scattato a causa di una nube... d'incenso.

Il porporato è stato salutato dagli interventi del cardinale Ennio Antonelli, primo concelebrante, e del sindaco Pierluigi Biondi che, a messa finita, ha donato al cardinale un crocifisso realizzato nel 2016 dall'artista orafa Laura Caliendo e originariamente destinato al cardinale Edoardo Menichelli, allora invitato dalla diocesi per l’apertura della Porta Santa. Nella sua omelia, il cardinale esorta i fedeli aquilani a «esercitare verso tutti, ma in particolare nei confronti delle povertà, nuove e antiche, la generosità fraterna». E subito dopo aggiunge: «Penso in particolare agli emigranti», ricordando che «la Chiesa è protesa verso le periferie esistenziali». Quindi l’augurio. «Rallégrati, L’Aquila, grida di gioia, esulta e acclama con tutto il cuore! Non temere, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia. Auguro all’indomita popolazione aquilana, che, dopo il lungo inverno del terremoto, veda avanzare rapidamente la promettente primavera di una ricostruzione integrale, cioè di una ricostruzione a “misura della città”, il che vuol dire, a misura di “tutto” l’uomo e di “ogni” uomo».

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