L’estro di Allevi tra musica e parole

Con le braccia spalancate, correndo: ha esordito così Giovanni Allevi al Teatro dei Marsi. Un'entrata in scena che esprime al meglio l'animo caleidoscopico dell'artista: una ricerca anche e...
Con le braccia spalancate, correndo: ha esordito così Giovanni Allevi al Teatro dei Marsi. Un'entrata in scena che esprime al meglio l'animo caleidoscopico dell'artista: una ricerca anche e soprattutto emotiva del pubblico, finalizzata a costruire forti legami interiori. Si respira emozione in sala, prima, durante e dopo il concerto. Ed è emozionato anche lui, il grande maestro: anni di concerti in tutto il mondo non hanno spento il suo entusiasmo dilagante, una "danza" che trae origine dalla sua genialità e si propaga agli spettatori, toccandone i cuori. Allevi è un artista che non ha perso il suo spirito e in questo sta la sua grandezza: mantiene la passione sempre viva, lasciandosi trascinare dal vento dell'ispirazione. Grande capacità – rarissima nel mondo dello spettacolo – quella di riconoscere le proprie debolezze e di farne autoironia, trasformandole in punti di forza. «Ho rincominciato a vivere», dice, «quando ho capito che le mie fragilità sono anche la mia forza». «Inizierò con un pezzo che descrive il mio stato d'animo abituale: Panic», scherza. Eppure, a dispetto di come Allevi si dipinge – paranoico e perennemente emozionato – i pezzi che compone questo visionario della musica classica contemporanea trasmettono tutt'altro che ansia e agitazione: sono inni alla vita, armonie fresche, pulsanti che si espandono nell'infinito. Quelle note rapide e profonde che ti abbracciano con forza, meravigliose sono le storie, le esperienze dietro ciascun pezzo: un libro, un viaggio, una sensazione .
IRENE SCIPIONI