L’ex rettore condannato a tre anni

Di Orio nei guai dopo la denuncia del professor Tiberti che lo accusa: «Gli ho versato dei soldi per salvare la mia carriera»

L’AQUILA. Lo scontro giudiziario tra due autorevolissimi esponenti del mondo accademico aquilano finisce male per l’ex rettore Ferdinando di Orio: il tribunale lo ha condannato a tre anni di reclusione dopo la denuncia presentata contro di lui dal professor Sergio Tiberti, un tempo amico ma ora nemico giurato.

I giudici hanno ritenuto colpevole di Orio di induzione indebita derubricando il più pesante reato di concussione per il quale la pubblica accusa aveva chiesto sei anni di carcere. La sanzione applicata, dunque, è quella prevista dalla legge Severino del 2012.

I giudici, tuttavia, hanno inflitto al docente l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni oltre a una provvisionale di 18mila euro e beni confiscati per 89mila euro. Tutte le sanzioni, tranne la provvisionale, restano sospese in vista dei successivi gradi di giudizio che potrebbero, in teoria , ribaltare il verdetto. Il caso giudiziario parte da una denuncia di Tiberti, il quale sostenne di aver elargito all’allora rettore «oltre 200mila euro in 10 anni» e altre dazioni (auto, abiti, etc) a titolo personale, per non vedere compromessa la sua carriera accademica.

Il tribunale competente è quello di Roma in quanto i fatti contestati, in parte prescritti, si sarebbero verificati nella Capitale.

La sentenza è stata letta ieri mattina dopo una breve camera di consiglio. Questo perché i giudici conoscevano molto bene le carte e la lettura, del resto, era stata già rinviata due volte, circostanza abbastanza insolita, forse per approfondire meglio il materiale probatorio a fronte di una storia delicata e complessa.

Prima che i giudici si riunissero, l’ex rettore ed ex senatore ha fatto dichiarazioni spontanee, nel corso delle quali si è definito uno scienziato, sottolineando di aver avuto la cattedra di Statistica a 37 anni, materia sulla quale è tra i migliori 9 esperti in Italia, e di essere stato autore di 9 pubblicazioni scientifiche.

I difensori avevano fatto notare al collegio che, comunque, il professor Tiberti, fosse «assai più potente di Orio», e dunque l’ex rettore, proprio per questo, non sarebbe stato in grado di minacciare il professore per chiedergli dei soldi.

I vertici di Ateneo, probabilmente, dovranno valutare se è ipotizzabile una sospensione dell’ex rettore dai suoi incarichi in seguito alla sentenza che lo ha condannato.

Per contro va anche considerato che la sentenza non è immediatamente esecutiva, visto che mancano due gradi di giudizio.

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