L’odissea dei pendolari: bus sporchi e lenti

Nel mirino le corse Avezzano-L’Aquila della Tua. Inutili le lamentele sui disservizi rivolte agli autisti

L’AQUILA. Corse che partono in ritardo, mancate coincidenze, autobus superaffollati e mezzi vecchi, che di frequente restano in panne per guasti improvvisi.

Per i pendolari della linea Tua, la vecchia Arpa, il tragitto Avezzano-L’Aquila è una vera odissea.

A nulla sono valse, finora, le segnalazioni all’azienda di riferimento, né le lamentele inoltrate direttamente agli autisti dei pullman.

Eppure l’abbonamento mensile, a settembre scorso, ha subìto un aumento di 2,40 euro passando da 81,90 euro a 91,30 euro.

«Il servizio offerto è sempre più scadente», lamentano i pendolari, «se le corse programmate non sono adeguate al numero di utenti che quotidianamente percorrono la tratta L’Aquila-Avezzano e viceversa. A volte, non sono sufficienti neppure le cosiddette corse “bis”, che arrivano sempre in ritardo, a coprire le richieste. Così ci si ritrova con autobus affollati, dove le temperature, in estate come in inverno, sono altissime, privi di un impianto adeguato di aerazione, sporchi e poco confortevoli».

Il disagio più grande, secondo quanto riferiscono i pendolari che hanno in animo di sottoscrivere una petizione da inviare alla direzione della Tua, è relativo alle coincidenze che, a causa del mancato rispetto degli orari di partenza e dei tempi di percorrenza, saltano puntualmente.

«Quasi cento euro al mese di abbonamento», incalzano, «per avere un servizio pessimo. Non è possibile arrivare sempre in ritardo sul posto di lavoro o essere costretti a viaggiare ammassati in spazi ridotti, senza ricircolo d’aria, tra mille difficoltà. E non sono un’eccezione i casi in cui i pullman restano in panne sull’autostrada. Per non parlare, poi, dei disagi che incontrano coloro che soffrono di claustrofobia quando si viaggia stipati in vettura».

«Più episodi accaduti negli ultimi mesi», dicono ancora gli utenti, «che danno la misura di quanto gli autobus su cui viaggiamo ogni giorno siano vecchi e malmessi».

«Il servizio di trasporto pubblico su scala provinciale e regionale», concludono, «dovrebbe essere una priorità: assistiamo, invece, all’aumento dei costi a fronte di prestazioni assolutamente inadeguate soprattutto in confronto alle speranze di un servizio migliore con la nuova gestione».

Monica Pelliccione

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