La Cassazione nega i cd in cella a Sandokan. Il boss della camorra è rinchiuso nel carcere dell’Aquila

7 Dicembre 2025

Per i giudici si tratta di «una scelta di sicurezza». Francesco Schiavone si trova al 41bis alle Costarelle

L’AQUILA. Francesco Schiavone, detto Sandokan, 71 anni, in carcere alle Costarelle di Preturo (41 bis) non può avere in cella il lettore di Cd e di conseguenza nemmeno Cd musicali. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, secondo la quale «la questione è stata ripetutamente affrontata da numerose decisioni tutte nel senso di consentire l’acquisto di Cd e relativo lettore solo nel caso in cui il necessario controllo sugli stessi costituisca uno sforzo organizzativo fattibile da parte dell’amministrazione penitenziaria. Dunque non si tratta della compressione di un diritto ma di una modalità di esplicazione del diritto che deve contemperarsi con le esigenze di sicurezza. Dove ciò non sia possibile - perché quella particolare modalità di esplicazione di quel gesto di quotidianità sia incompatibile con le esigenze organizzative dell’amministrazione che deve assicurare l’assenza di contatti fra il detenuto a regime differenziato e l’esterno - il diniego si appalesa legittimo e non lesivo di un diritto soggettivo.

Come affermato da una precedente sentenza» scrive la Cassazione «in tema di regime penitenziario differenziato ai sensi del 41 bis, è legittimo il provvedimento dell'amministrazione penitenziaria di diniego di autorizzazione all'acquisto e alla detenzione di Compact disk musicali e dei relativi lettori digitali, qualora, per l'incidenza sull'organizzazione della vita dell'istituto, in termini di impiego di risorse umane e materiali, non sia possibile assicurare la messa in sicurezza di detti dispositivi e supporti» anche se il Cd ha il sigillo Siae e l’acquisto sia stato fatto mediante il cosiddetto “sopravvitto” e si tratta di contenuti «di autori di fama nazionale o internazionale». L’eventuale autorizzazione all'acquisto del lettore e dei Cd musicali, continua l’Alta Corte, da parte della direzione d'istituto, dovrebbe assicurare la piena salvaguardia di pregnanti esigenze di sicurezza, giacché gli strumenti in questione ben potrebbero essere oggetto di manipolazione a fine di introduzione in carcere di contenuti illeciti; di qui la necessità di assoggettarli a previe adeguate verifiche.

La sottoposizione dei detenuti a regole speciali, che ne disciplinano il trattamento penitenziario, impone di indirizzare le varie attività interne verso soluzioni operative che contemperino il diritto al trattamento del detenuto con le esigenze che stanno alla base di quel regime». Il ricorso di Francesco Schiavone per la Cassazione è quindi “inammissibile”. Schiavone è alle Costarelle di Preturo per motivi di salute e, quindi, per avere la possibilità di essere curato all’ospedale San Salvatore, come avvenuto per il superboss della mafia, Matteo Messina Denaro, morto per tumore all’Aquila nel settembre 2023 senza pentirsi, né collaborare.

Francesco Schiavone è stato arrestato l’11 luglio 1998 in un bunker del suo paese natale, Casal di Principe, dopo la latitanza che fece seguito alle confessioni di Carmine Schiavone e di altri pentiti che portò all’operazione “Spartacus” del dicembre del 1995. È stato il fondatore del clan dei casalesi, l’uomo che ha spodestato Antonio Bardellino, altro noto esponente della camorra e capo, insieme a al nolano Carmine Alfieri, del cartello della Nuova Famiglia.

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