La giornalista Berardinetti a Lisbona: «24 ore fa ero sul vagone, tutto pieno e poco sicuro»

5 Settembre 2025

Il racconto della nostra collaboratrice, in vacanza nella città lusitana: «Molti hanno pensato che fossi io la ferita, ho ricevuto numerose telefonate»

LISBONA. Per i portoghesi è un vero e proprio monumento nazionale. I turisti fanno anche un’ora di coda per un viaggio di pochi minuti. Eppure, quando ho messo piede su quel piccolo vagone che sale e scende per le ripide strade di Lisbona, ho avuto l’impressione che la sicurezza fosse ritenuto un orpello inutile. Sono in vacanza in Portogallo e, facendo un piano sulle attrazioni da visitare, la funicolare era nella mia Top ten. Così mercoledì pomeriggio mi sono messa in coda insieme a mio marito, mio figlio e una coppia di amici con altro bambino al seguito.

Quando siamo entrati, tra zaini e passeggini, ci siamo subito resi conto che lo spazio era veramente risicato. Le finestre sono aperte, ci si può affacciare in ogni momento. Dentro domina il legno, con dei piccoli ganci in ferro che ti permettono di mantenere l’equilibrio (precario). I posti a sedere sono pochissimi, non più di una decina. Tutti stanno in piedi e cercano di scattare foto, parlare al telefono e osservare il paesaggio. Senza cadere, ovvio. L’esperienza è sicuramente particolare, visto che il vagone attraversa il cuore di Lisbona tra palazzi coperti da maioliche decorate e casette colorate. Ho letto che questa infrastruttura sta in piedi da oltre 120 anni e i portoghesi ci tengono a mantenerne invariata l’identità. Fin troppo.

Sul vagone non solo turisti. C’erano anche molti residenti che utilizzano la funicolare per spostarsi da una parte all’altra della città. Non avrei mai immaginato che neanche 24 ore dopo i riflettori di tutto il mondo sarebbero stati puntati su Lisbona. Un brivido. Ci trovavamo in un’altra zona della città quando è arrivato il primo messaggio di un amico che ci chiedeva se stavamo bene. Le nostre foto postate sui social da Lisbona e la notizia passata da tutti i tg e rimbalzata sui siti hanno fatto innescare il solito tam tam di chiamate e messaggi da amici e parenti. Lisbona, allegra, viva e colorata in pochi istanti è stata letteralmente paralizzata.

Tutti increduli camminavano guardando il monitor dello smartphone per avere qualche informazione ulteriore. Arrivare sul luogo dell’incidente è stato impossibile. Tutt’intorno un susseguirsi di sirene, ambulanze, vigili del fuoco, polizia. Le strade transennate. Nei ristoranti e nei locali il silenzio. Una notte di pensieri. E all’alba il mio telefono ha iniziato a squillare di nuovo e ancora di più perché in tanti avevano letto sul Centro la notizia che l’italiana ferita era aquilana e aveva con sé il figlio. Dopo aver rassicurato tutti, abbiamo cercato di arrivare nuovamente nel centro della città lusitana, ma con molta difficoltà.

L’area era completamente interdetta, molti mezzi fermi e tutt’intorno solo silenzio. Il Comune di Lisbona, in via precauzionale, ha sospeso temporaneamente il servizio delle storiche funicolari della città per effettuare controlli tecnici urgenti. Molti hanno scelto come alternativa le lambrette turistiche che ti accompagnano alla scoperta di Lisbona. Altri hanno preferito spostarsi a piedi. Smarrimento e dolore sui volti dei portoghesi che, nonostante la città non si sia fermata, hanno osservato in cuore loro il lutto nazionale proclamato dal governo in memoria delle vittime.

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