Una donna aquilana è l’unica ferita italiana nella strage della funicolare di Lisbona. Illeso il figlio

4 Settembre 2025

Almeno 16 i morti, l’abruzzese è tra le 21 persone che sono finite in ospedale. Si sta indagando sulle cause. Non escluso un guasto ai freni

L’AQUILA. C’è anche un’aquilana nell’inferno che ha sconvolto Lisbona, ieri pomeriggio, dopo il deragliamento e lo schianto della storica funicolare di Gloria, che collega la parte bassa della città al Barrio Alto, molto usata dai turisti come dai lisbonesi (due milioni di utenti ogni anno). Fino a tarda notte il bilancio è risultato di 16 persone morte e 21 ferite, delle quali cinque in maniera grave.

Ma è un bilancio provvisorio che potrebbe ancora aggravarsi. Secondo l’ambasciata italiana, l’unica italiana ferita sarebbe una ricercatrice aquilana che insieme al figlio si trovava nel vagone posteriore della funicolare, immediatamente prima di quello che ha causato la tragedia. Il vagone avrebbe attutito la caduta libera, ma nell’impatto la donna è rimasta lievemente ferita e alcune persone le sono cadute addosso con l’onda del contraccolpo.

Subito soccorsa, avrebbe riportato ferite leggere e una frattura al radio ma l'ambasciata fa sapere che rimane in contatto con le autorità portoghesi. Ma un’altra italiana, di origine salernitana, ha sfiorato la tragedia scegliendo all’ultimo istante di non prendere, anche lei insieme a suo figlio, la funicolare che da lì a pochi istanti si sarebbe sganciata dai cavi.

Da una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, accorsi in forze sul posto con ambulanze e mezzi di protezione civile, un cavo collegato alla linea aerea di contatto avrebbe ceduto, provocando il deragliamento e la caduta di uno dei due elevatori, nel momento in cui si trovava sul punto più alto del percorso in una città di saliscendi dove le strade possono diventare, come in questo caso, estremamente ripide. Ma un’altra delle ipotesi dei tecnici sull'origine dell'incidente è che non avrebbe funzionato il sistema frenante della vettura. Così il vagone è andato a infrangersi contro un edificio adiacente i binari vicino la sottostante Plaza de los Restauradores, e si è accartocciato nell'impatto. Molti passanti che si trovavano nella zona sono fuggiti verso la vicina Avenida de la Libertat, per mettersi in salvo, secondo le numerose testimonianze riprese dai media portoghesi.

Ma il presidente del Consiglio di amministrazione di Carris, l’azienda pubblica che da oltre un secolo si occupa della gestione dei trasporti pubblici della città, Pedro Bogas, ha subito rilasciato una dichiarazione televisiva in cui ha affermato di aver sempre «rispettato tutti i protocolli in maniera scrupolosa». Bogas ha risposto a tutti i giornalisti, che hanno anche sollevato dubbi sulla sicurezza dei mezzi di trasporto pubblici della capitale, alcuni dei quali molto vecchi. «È da 14 anni che la manutenzione la fa un'azienda esterna», ha risposto Bogas alle polemiche sollevate dalla stampa, anche se ha in ogni caso annunciato l'apertura di un’inchiesta interna per chiarire quanto accaduto. E a una domanda sulle condizioni di salute del conducente della vettura che ha causato la tragedia, l'amministratore di Carris ha scelto di non rispondere.

Sul posto sono giunti il sindaco di Lisbona, Carlos Moedas, che ha parlato di «incidente gravissimo, senza precedenti», assieme al ministro alle Infrastrutture Miguel Pinto Luz, per seguire da vicino le operazioni di soccorso, mentre è ancora in corso l'estrazione delle vittime dalle lamiere. Il Presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa, ha subito reagito con un messaggio sulla pagina ufficiale della Presidenza della Repubblica, esprimendo «profondo cordoglio», in particolare «per i morti e i feriti gravi». Cordoglio è stato espresso dal primo ministro Luis Montenegro ed è stato dichiarato lutto nazionale.

Già il 7 maggio del 2018 si era rischiato un incidente a causa di un guasto nel sistema di manutenzione, ma in quel caso non ci furono vittime né feriti.

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