Comunicato Stampa: CRV - Al Ferro Fini i libri ‘L'armatura di Otto’ e ‘Anche Challye ha le ali’ di Elisabetta Gemmo

‘L'armatura di Otto’ e ‘Anche Challye ha le ali’ di Elisabetta Gemmo. Soranzo (FdI): “Due libri che ci aiutano a riflettere sui disagi giovanili, come bullismo e disturbi alimentari. Nessuno deve sentirsi solo”
(Arv) Venezia 4 set. 2025 - Oggi, a palazzo Ferro Fini, il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Enoch Soranzo (FdI), ha presentato due volumi di Elisabetta Gemmo: ‘L’armatura di Otto’ e ‘Anche Chaliye ha le ali’, che affrontano tematiche purtroppo sempre più presenti nella vita dei giovani e giovanissimi contemporanei: bullismo e disturbi alimentari.
Enoch Soranzo ha introdotto la conferenza stampa sottolineando che “questi libri aiutano a riflettere su temi profondi, difficili, come il bullismo e i disturbi alimentari, che colpiscono i nostri giovani. Nel primo volume, ‘L’armatura di Otto’, il protagonista è un ragazzino timido, vulnerabile, bullizzato dai compagni di scuola, incapace di confidare le proprie fragilità; genio del computer, Otto è riuscito a creare un supereroe virtuale che lo possa difendere. Ma, all’improvviso, la svolta, con l’irruzione nella sua vita di una ragazzina che… Nella seconda opera, ‘Anche Chaliye ha le ali’, l’autrice affronta il tema dei disturbi alimentari che colpiscono gli adolescenti, quando il corpo cambia, si inizia a formare il carattere e la personalità, si sperimentano nuove emozioni, si affronta un percorso complesso nel corso del quale si possono vivere esperienze dolorose e provare un disagio profondo, lasciando ferite invisibili ma durature. Bisogna ascoltare i nostri giovani con rispetto, senza pregiudizi, perché il bullismo e i disturbi alimentari rappresentano sfide difficili ma che si possono sconfiggere. La Regione Veneto, su queste tematiche, sarà sempre presente, in particolare con il progetto- scuole- Chaliye. E parlare oggi di questi temi purtroppo così attuali significa lanciare un messaggio chiaro e forte: nessuno deve sentirsi abbandonato e solo, ma parte di una società veramente coesa e unita, soprattutto nelle sfide importanti.”
Loredana Borgato, presidente dell’associazione ‘Ali di vita’, ha spiegato di “portare avanti un’opera di sensibilizzazione e di prevenzione verso i disturbi alimentari, che colpiscono in particolare giovani e giovanissimi, tra le principali cause di morte nella fascia di età adolescenziale e preadolescenziale. Tali patologie sono vere e proprie malattie psichiatriche, molto complesse, che arrecano grandi sofferenze. È importante supportare i familiari delle persone colpite per costruire assieme un intervento condiviso che possa portare alla guarigione. Ed è fondamentale il ruolo ricoperto dalle istituzioni e il coinvolgimento delle scuole in chiave di prevenzione. In merito, ricordo il nostro progetto ‘Ali di vita giovani’, nato nel comune di Selvazzano Dentro, in provincia di Padova: una serie di incontri che vedono i giovani interloquire con la dottoressa Michela Pepe e la consegna di un apposito manuale. Spazio anche a un confronto con i genitori. Per prevenire e contrastare l’insorgenza di queste gravi patologie, è altresì fondamentale, tra altre iniziative, costruire una rete attorno agli adolescenti, incrementare apposite campagne di sensibilizzazione, attivare Sportelli di ascolto dei giovani”.
Il professor Filiberto Tartaglia, sociologo, attivo nell’associazione ‘Ali di vita’, nel suo intervento ha proposto “un confronto tra presente e passato”, mettendo in luce “gli importanti cambiamenti registrati nel comportamento di giovani e giovanissimi con l’irruzione dei Social, dell’Intelligenza Artificiale, del web. In particolare, infanzia e adolescenza sono molto cambiate: ora l’infanzia non è più fondata sul gioco, ma sul cellulare e il videogioco, senza più quell’amico immaginario che era fondamentale per lo sviluppo del bambino. E nell’adolescenza i comportamenti da ribelli si sono fatti cattivi e occupano anche le cronache quotidiane. Oggi la figura paterna ha perso autorevolezza, afflitta dalla ‘sindrome di Peter Pan’”.
La dottoressa Michela Pepe, psicologa e psicoterapeuta, ha spiegato che “gli adulti, genitori, insegnanti ed educatori, devono aver risolto la loro parte adolescenziale ed essere presenti come punto di riferimento nella vita dei nostri ragazzi, per fare, assieme a loro, un percorso condiviso. E i disturbi alimentari sono per gli adolescenti uno ‘strumento’ per controllare il proprio corpo, che è più facile da gestire rispetto alla mente. I libri di Elisabetta Gemmo danno voce, un nome alle emozioni dei nostri giovani.”
L’autrice, Elisabetta Gemmo, ha confidato di aver iniziato a scrivere i suoi racconti “per fornire agli adolescenti strumenti utili per la loro crescita, in una età difficile, a maggior ragione oggi, quando la società impone loro target quasi impossibili da raggiungere. Ho voluto dare un nome alle emozioni, riempire i silenzi dei ragazzi, quelli che fanno paura, spiegando loro che nulla è perduto, soprattutto se si hanno accanto figure di riferimento. Ma serve una forte sinergia educativa tra famiglia, scuola e istituzioni. E le mie opere sono rivolte anche ai genitori, perché essi conoscano veramente il mondo dei giovani, senza voltarsi dall’altra parte, in quanto in palio c’è la vita stessa dei loro figli”.
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