SULMONA

La legionella torna a far paura: contaminato un altro alloggio Ater

Carica batterica bassa riscontrata dall’Arta nella doccia di un appartamento, si tratta di una palazzina diversa da quella dove abitava la 64enne deceduta

SULMONA. Fa ancora paura la legionella nelle case Ater di via XXV Aprile. Un altro caso, questa volta per fortuna con bassa carica batterica, è stato scoperto in un altro appartamento, il terzo da quando sono partiti i controlli da parte dell’Asl e dell’Arta, a seguito del decesso di Luciana Pantaleo, la donna di 64 anni morta in ospedale dopo aver contratto la legionella nel bagno di casa.

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L’esito positivo che ha accertato la presenza di legionella nell’impianto idraulico, e precisamente nella doccia del bagno, è stato comunicato dall’Arta alla famiglia interessata, con tanto di prescrizioni per procedere alla bonifica dell’appartamento che si trova in un’altra palazzina del complesso Ater.

La prima operazione sarà quella di sostituire il terminale della doccia dove si annidava il batterio, come era già successo negli altri due casi, poi si dovrà procedere allo choc termico dell’impianto idraulico. Operazione, anche questa, eseguita nelle altre due case dov’è stato riscontrato il problema.

Nella giornata di ieri l’Arta ha reso noto anche l’esito delle analisi effettuate nei due appartamenti sottoposti a bonifica: nell’abitazione della prima contagiata, la donna ricoverata e poi dimessa dall’ospedale, il batterio è praticamente scomparso mentre a casa della paziente deceduta la carica infettante riscontrata è ora molto bassa, attorno a 500, e giudicata innocua per la salute dei residenti (la prima volta superava quota 30mila). Tuttavia, per non lasciare nulla al caso, l’operazione di bonifica dell’impianto sarà ripetuta anche in questo appartamento.

Nel frattempo, dopo l’annuncio della donna guarita di volere chiarezza sulle cause che hanno provocato la presenza del batterio nel terminale della doccia e quindi i casi di malattia, uno dei quali letale, la Procura è pronta ad avviare i necessari accertamenti. Si aspetta soltanto che la prima contagiata formalizzi l’esposto e poi partiranno le indagini per risalire a eventuali responsabilità che potrebbero configurare il reato di omicidio colposo. Una volta tornata a casa dopo essere stata dimessa dall’ospedale, la donna contagiata ha confermato la volontà di voler andare fino in fondo, anche per rendere giustizia all’amica e vicina scomparsa, alla quale era molto legata.

«Gli eventuali responsabili di ciò che è accaduto vanno scoperti e puniti», ha sempre detto la donna. Alla magistratura ora si chiede di accertare eventuali anomalie, anche in ordine alla sostituzione della caldaia e ai ritardi accumulati per il rilascio dei certificati di conformità dei due nuovi impianti. I due casi di legionella sarebbero infatti accomunati dalla contemporanea sostituzione della caldaia per il riscaldamento in entrambi gli appartamenti, avvenuta – per conto dell’Ater – poco prima che le due donne finissero in ospedale.

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