La prefettura: "È in Abruzzo solo per lavorare"

4 Giugno 2010

Iurato non commenta l'inchiesta Finmeccanica e il suo capo di gabinetto filtra abilmente le telefonate. Ma è polemica. Costantini (Idv): «Non può mantenere questo incarico»

L'AQUILA. «E' in Abruzzo per lavorare. Il prefetto parla soltanto di vicende istituzionali».
Impegnata a Roma per una serie di riunioni, ieri, Giovanna Maria Iurato ha preferito non commentare l'inchiesta partenopea. Così il capo di gabinetto della prefettura dell'Aquila, Rinaldo Pezzoli, filtra abilmente le telefonate.

Nata a Ragusa nel 1955, sposata, la dottoressa Iurato ha raccolto la pesante eredità di Franco Gabrielli diventato il numero due della Protezione civile. La Iurato è alle dipendenze del ministero dall'aprile 1981. Uno dei primi incarichi fu quello di commissario straordinario al Comune di Civitavecchia. Negli anni Novanta ha coordinato le nomine dei segretari comunali, per poi passare all'ufficio stranieri del Viminale. Stimata e apprezzata dalle più alte cariche del governo, prima di arrivare all'Aquila la Iurato è stata al vertice dei servizi tecnico-logistici e alla direzione patrimonio del dipartimento di pubblica sicurezza. Ma aveva già lavorato nel capoluogo abruzzese nei giorni successivi al terremoto. Si era, infatti, occupata della dislocazione dei container e degli aspetti logistici nella gestione dei soccorsi. Durante il G8 aquilano del luglio dell'anno scorso, inoltre, aveva avuto compiti di coordinamento.

«Ritengo questo incarico un privilegio», ha detto il prefetto subito dopo la nomina, in un'intervista esclusiva al Centro. Una nomina inizialmente congelata perché il nome della Iurato era comparso nella lista Anemone per lavori di falegnameria fatti in un'abitazione.

«Su questo tema non ci sono dichiarazioni da fare», ha risposto nel corso dell'intervista, «quello che dovevo dire l'ho detto al ministro Maroni. Mi sembra chiaro che la nomina è la risposta del governo. Non ci sono collegamenti con Anemone. In quel periodo, poi, non occupavo ruoli di responsabilità a livello decisionale».

Nel giorno dell'insediamento ufficiale, il neo-prefetto non è riuscito a trattenere le lacrime davanti alle macerie della Casa dello studente, in via XX Settembre, e alle foto delle otto giovani vittime. Nella stessa occasione aveva espresso la volontà di trovare presto una sede in centro per la prefettura, attualmente nei locali della Scuola della Finanza a Coppito: «Sarebbe un primo importante passo verso quella rinascita che noi tutti vogliamo».

Fin da subito, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, hanno applaudito alla nomina. Ben altre le reazioni che arrivano dopo l'iscrizione della Iurato nel registro degli indagati. «Governo o prefetto dell'Aquila», afferma Carlo Costantini, capogruppo Idv in consiglio regionale, «prendano atto della necessità di un avvicendamento, anche solo temporaneo, per il periodo di tempo strettamente necessario a consentire al diretto interessato di dimostrare la sua estraneità dalle inchieste in corso e di recuperare tutta l'autorevolezza, il prestigio e la credibilità necessarie per esercitare una funzione così delicata nella realtà terremotata dell'Aquila».

«Se l'opinione pubblica chiede ai partiti di sollevare dagli incarichi di governo e di amministrazione gli indagati», prosegue l'esponente dell'Idv, «a maggior ragione le più alte istituzioni dello Stato dovrebbero comportarsi allo stesso modo. Prima la presenza nella lista Anemone, presumo poi chiarita, e ora il coinvolgimento in un'inchiesta su gare di appalto, costituiscono fatti che, a prescindere dagli esiti, confermano le perplessità di chi aveva ritenuto sbagliata, soprattutto in questo momento, la scelta del prefetto Iurato all'Aquila».

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