La protesta col trattore non cancella le cartelle

L’allevatore Rossi ricevuto dai vertici di Equitalia per trovare una soluzione Mobilitati anche gli uffici Inps. La proposta: rateizzare il debito di 114mila euro

L’AQUILA. Trattore parcheggiato davanti alla sede di Equitalia e suono ripetuto di campanacci. «Per svegliare chi non sente, o fa finta di non sentire». Niente letame, alla fine, ma soltanto rotoballe di fieno rimaste nel cassone. Un’ora di viaggio, da Ofena all’Aquila, fino a via Strinella, col mezzo agricolo che per lui rappresenta uno dei principali strumenti di lavoro, per portare «le carte» a Equitalia. La protesta dell’imprenditore Dino Rossi non è bastata a cancellare le cartelle esattoriali che gli hanno bloccato l’operatività bancaria. L’unica concessione è la proposta di rateizzazione, con possibilità di avviare l’iter per sbloccare il conto corrente. Arrivato alle 9,30 davanti alla sede di Equitalia, ha trovato ad accoglierlo pochi sostenitori, alcuni amici e le forze dell’ordine. Tutto si è svolto in maniera pacifica e senza nessuna tensione. L’allevatore ha desistito subito dall’idea di fare gesti estremi. Gli stessi poliziotti l’hanno accompagnato ai colloqui con i dirigenti di Inps ed Equitalia. A mezzogiorno si è conclusa la sua strana mattinata in città.

«Risulta, a mio carico», ha spiegato Rossi all’uscita, «un’esposizione debitoria di 114mila euro. Tutto dovuto alla situazione in cui versano le aziende agricole che sono in affanno. I costi gestionali sono arrivati alle stelle, non ce la facciamo a pagare le tasse. Adesso, con la normativa nuova sull’Iva, abbiamo dovuto riversare l’uno per cento per stare in regola con l’Europa, col latte a 40 centesimi al litro. Non ce la facciamo ad andare avanti e a sottostare agli obblighi delle tasse».

Sulla rateizzazione l’allevatore dice la sua. «Mi sembra una sorta di estorsione perché si dice “o fai la rateizzazione o altrimenti ti tengo il conto corrente bloccato”. Invece lo Stato dovrebbe andare incontro almeno alle aziende agricole o alle imprese in difficoltà. Da anni siamo in attesa di provvedimenti per il rilancio della categoria ma per noi non si muove nulla. Inoltre, i soldi che loro vogliono non vanno a buon fine, tra chi li ruba col Mose e chi con la ricostruzione. E noi dobbiamo pagare».

Tuttavia, un’apertura da parte di Inps ed Equitalia c’è stata. «La rateizzazione è prevista dalla legge, ma il problema resta. E nessuno sblocca i rimborsi dovuti agli agricoltori per i danni causati dai cinghiali, ai quali la mia azienda, da anni, dà da mangiare gratis. Fa rabbia constatare che il governo mentre da un lato chiede le tasse ai cittadini che non ce la fanno e alle imprese in difficoltà, dall’altra non trova il modo di farsi ridare i soldi dai politici che hanno rubato». E se ne torna a casa riponendo sul trattore la sua cartellina con su scritto: «Inps, ristrutturazione».

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