Lavori post-sisma, in cinque a processo

Bugnara, si tratta di imprenditori e proprietari di case accusati di aver preso contributi per opere difformi dal progetto

BUGNARA. È iniziata ieri davanti al gup del Tribunale di Sulmona la maratona giudiziaria sulla ristrutturazione post-terremoto delle abitazioni di Bugnara. Nell’inchiesta sono coinvolte un centinaio di persone tra proprietari degli immobili, direttori dei lavori e titolari delle imprese che hanno eseguito i lavori. Per tutti l’accusa è di falso e truffa e di aver eseguito lavori difformi rispetto al progetto originario. Ieri sono stati esaminati dal gup Marco Billi i primi quattro fascicoli. Per tre casi tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio. Mentre per il quarto fascicolo il giudice, su richiesta dell’avvocato Alessandro Margiotta, che difende uno degli imputati, ha deciso di rimettere gli atti al pm per difetto di notifica al difensore d’ufficio che non era autorizzato a far parte dell’apposito albo. I rinvii a giudizio riguardano per il momento cinque persone, alcune delle quali risultano coinvolte in diversi procedimenti giudiziari. Si tratta degli imprenditori Andrea Bellucci e Tonino Centofanti, del direttore dei lavori Giovanni Colangelo e dei proprietari degli immobili Pasquale Iudiciani, difeso dall’avvocato Simona Fusco, e Vincenzo D’Andrea. Mentre per Federica Di Ramio, difesa dall’avvocato Margiotta, e anche lei proprietaria di un immobile, il gup Billi, ha rimesso gli atti al pm. Nel capo d’imputazione vengono contestati lavori difformi per poche migliaia di euro e il Comune di Bugnara risulta come parte lesa. In particolare, per la Procura di Sulmona, il responsabile dell’ufficio tecnico Antonio D’Angelo sarebbe stato tratto in errore dagli imputati che gli avrebbero fatto attestare la corretta utilizzazione del contributo concesso dal Comune per l’esecuzione dei lavori in base a un falso computo metrico predisposto dai progettisti. «Si tratta di un’impostazione che non ha fondamento», afferma l’avvocato Luca Tirabassi, che difende Vincenzo D’Andrea, mentre Giovanni Colangelo e Tonino Centofanti sono difesi rispettivamente, dagli avvocati Lando Sciuba e Alberto Paolini. «I lavori indicati nel computo metrico sono stati effettivamente eseguiti ed erano necessari per riparare i danni di lieve entità cagionati dal sisma dell’aprile 2009 che ha devastato L’Aquila. Se anche ci fossero stati degli errori si trattava di interventi che non potevano non essere riscontrati dal tecnico del Comune». In tutti i procedimenti giudiziari (sono circa un centinaio, ma per molti è stato già decretato il non luogo a procedere), il Comune risulta come parte lesa come anche il responsabile dell’ufficio tecnico D’Angelo, originario di Pratola e arrestato, ora, insieme ad altre sei persone, perché coinvolto nell’altra inchiesta relativa all’appalto per la demolizione e la realizzazione della nuova scuola media di Bugnara. (c.l.)

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