Le ricette di Apicio e una giovane giunta alla conquista di Arrostiland: sopralluogo a San Benedetto dei Marsi

19 Ottobre 2025

Anche un cuoco dell’antica Roma per fare colpo sullo staff che organizza la celebre grigliata di Pasquetta. Il racconto del nostro inviato 

SAN BENEDETTO DEI MARSI. A vederli, sembrerebbero studenti universitari. Al più, dottorandi. E invece sono i “ragazzi” dell’amministrazione di San Benedetto dei Marsi, borgo di 4mila anime della piana del Fucino. Il paese è tra i 4 finalisti del contest per organizzare Arrostiland, la Woodstock dell’arrosticino che ogni anno per il Lunedì dell’Angelo riunisce migliaia di persone per festeggiare insieme il giorno per antonomasia dedicato alle grigliate. Questa volta tocca a loro ospitare gli organizzatori del festival, per il secondo sopralluogo della finalissima. Ad accogliere questi “ispettori” del divertimento c’è il sindaco Antonio Cerasani, 31 anni, spigliato e sorridente. Racconta che «tutto è nato una sera d’estate, parlando con un amico al bar. Ho portato l’idea in Comune, dove tanti di noi sono giovani, ed è piaciuta subito a tutti».

E così quello che inizialmente era un sogno, grazie al lavoro delle nuove generazioni, si è fatto sempre più concreto. «Ora crediamo di poter vincere», dice il sindaco. Ma il suo è un plurale più grande della sola San Benedetto: «È tutta la Marsica che ci crede. I sindaci dei paesi vicini sono con noi, perché ospitare Arrostiland sarebbe una grande opportunità per tutto il territorio». Per conferma chiedere a Pasqualino Di Cristofano, primo cittadino di Magliano de’ Marsi che è venuto appositamente a San Benedetto per sostenere il collega: «Non potevamo non venire oggi. La vittoria di questo paese sarebbe la vittoria di tutti noi. Darebbe anche un messaggio importante per la provincia dell’Aquila, per la Marsica. Tutte le aree interne vivono un problema di spopolamento, e riportare le persone qui al centro, tra l’altro attraverso un simbolo della nostra regione come l’arrosticino, può darci una grossa mano».

Insomma, qui a vincere ci tengono tutti. Ma come convincere gli organizzatori che questo è il paese migliore, quello che ha più di tutti “lo stato dell’anima”, come recita lo slogan simbolo dell’evento? Cerasani sorride. «Lo vedrete», risponde, «prima, però, dovete scoprire San Benedetto e, soprattutto, i sambenedettesi». Il tempo è grigio, ma non basta a guastare l’aria di festa. Ad accogliere gli organizzatori c’è la squadra del sindaco, le associazioni, alcuni giovani marsicani. Colazione tutti insieme, poi dritti verso la piazza centrale. Da lontano, si vede una nuvola di fumo che si alza. «Non è ancora il momento», dice Nevro Cerasani, che non è parente di Antonio ma fa parte della squadra di governo. È diventato presidente del consiglio comunale a 26 anni.

Oggi ne ha 28 ed è stato uno dei motori principali del viaggio di San Benedetto verso l’ultima fase del contest. Spiega che arrivati al “Sondaggione”, la fase di voto online che ha raccolto centinaia di migliaia di preferenze da tutto l’Abruzzo, i giovani marsicani hanno deciso di far fare un salto di qualità al loro impegno: «Ci siamo cominciati a vedere tutte le sere – racconta – per votare e chiacchierare di quello che ci sembrava, allora, un sogno irrealizzabile: c’erano paesi molto più grandi di noi, con tante risorse in più, maggiori infrastrutture. Poi, però, abbiamo visto che stavamo ricevendo molti voti e a quel punto abbiamo cominciato a lavorare al video da pubblicare online». E dopo che anche il filmato ha ottenuto ottimi risultati, i ragazzi hanno deciso di fare sul serio, costituendosi in un vero e proprio comitato ad hoc per Arrostiland.

Ma l’aspetto più bello, prosegue Nevro Cerasani, è che non solo «il legame tra noi nuove generazioni si è rinsaldato ulteriormente», ma anche che «alcuni dei giovani che hanno abbandonato il paese oggi sono tornati per l’occasione. E chi non ha potuto ha promesso che, se ospiteremo Arrostiland, tornerà sicuramente, perché sarebbe un evento imperdibile. Dai, insomma, migliaia e migliaia di persone che celebrano Pasquetta nel tuo piccolo paese: sarebbe incredibile». E Lisa Antidormi, consigliere comunale che è appena un po’ più grande di Cerasani, aggiunge: «Abbiamo coinvolto tutto il paese per questo sopralluogo. Dai più piccoli ai più grandi, tutti hanno fatto la loro parte. Noi siamo un’amministrazione giovane e questo ci aiuta. Abbiamo tanta energia e la mettiamo a disposizione dei cittadini. Speriamo che gli sforzi di oggi siano premiati».

A San Benedetto dei Marsi, l’antica Marruvium del popolo marso, c’è un anfiteatro romano. È bello, e forse troppo poco conosciuto. Due signore aspettano il pubblico davanti a un banco imbandito. Loro indossano toghe e mantelli, sul tavolo i piatti sono accompagnati da targhette in latino. Una rievocazione storica? Non proprio. «Il nostro paese era particolarmente a cuore a un famoso chef dell’antica Roma, Apicio», spiega una delle signore, «che veniva qui per raccogliere delle erbe che altrove erano introvabili. Lui è stato il primo cuoco ad aver trascritto le sue ricette. Noi le abbiamo seguite alla lettera e ora vi riportiamo nei sapori di 2mila anni fa». Niente Montepulciano per gli ospiti, quindi, ma il mulsum, una bevanda a base di vino e miele.

L’alternativa per dissertarsi è la posca, una bevanda a base di acqua e aceto che, spiega ancora la signora, è citata nei vangeli (pare che i legionari l’avessero offerta a Gesù per alleviare le sue sofferenze sulla croce). E il menu continua con frittata alle ortiche e dulcia domestica, un antipasto di fichi e miele. Insomma, un breve viaggio nella storia che, per gli organizzatori di Arrostiland, non può che passare per il cibo. Prima della parte clou della giornata – la festa in paese, dove centinaia di residenti stanno già aspettando – il sindaco tiene una breve conferenza in municipio. Doveva essere la discussione sull’organizzazione logistica del festival. Si conclude con lacrime di commozione. Succede quando Giovanni, uno degli organizzatori della scorsa edizione a Torre de’ Passeri racconta la sua esperienza.

La fatica e la pressione («da non dormirci la notte», ammette), ma anche «la gioia immensa» di vivere Arrostiland, che «ti restituisce il doppio di tutti i sacrifici che fai, perché incontri persone fantastiche e un modo di vivere le feste unico». Poi si alza in piedi: «Sindaco – dice – vorrei darti un portafortuna. È un portachiavi a forma di pecorella. A me l’anno scorso è stato utile. Spero che possa esserlo anche per te». I due si abbracciano. Cerasani si emoziona. Da qui in poi inizia la festa, tra grigliate, sorrisi e musica. Tutto fila per il verso giusto. Ma quell’abbraccio sembra il simbolo plastico dell’idea dietro Arrostiland. Così pensa il figlio di uno degli organizzatori che assiste alla scena e dice: «Papà, ecco lo stato dell’anima». Tutti scoppiano a ridere.

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