Macerie, Berlusconi attacca CialenteIl sindaco: "Mai impedito di intervenire"

La campagna elettorale infiamma lo scontro. Berlusconi attacca il sindaco Cialente: «Colpa sua se le macerie sono lì». Il premier: lui e il consiglio comunale ci hanno impedito di toglierle. «Carriole con 2-3 mattoni sopra. I giornali della sinistra ne hanno approfittato»
L’AQUILA. «Macerie? Tutta colpa di Cialente. Lui e il consiglio comunale dell’Aquila ci hanno impedito di toglierle». Berlusconi irrompe per telefono sulla campagna elettorale delle Provinciali e parla, a una platea sulmonese, del popolo delle carriole. Cialente lo smentisce.
I GIORNALI. Il premier sa tutto delle domeniche aquilane, tanto che dice di aver contato persino i mattoni su ciascuna carriola. «La strumentalizzazione da parte dei giornali sull’attività del popolo delle carriole è fin troppo evidente. I giornali della sinistra hanno approfittato della situazione pubblicando foto delle carriole con due o tre mattoni sopra. Hanno cercato di gettare fango con Bertolaso e ci hanno provato con la storia delle carriole. Noi volevamo togliere le macerie 11 mesi fa ma è stato il sindaco Cialente e il consiglio comunale a impedircelo perché ci hanno detto che volevano farlo con imprese locali». Poi la chiosa: «Quando verrò a Sulmona per festeggiare la vittoria di Antonio Del Corvo dovrete farmi trovare a cena le più belle ragazze del posto».
LA SMENTITA. Fin qui il premier. Pronta la replica di Cialente. «Berlusconi mente: mai impedito a governo e Protezione civile di toglierle, né io né il consiglio comunale. Sono costretto, con imbarazzo istituzionale, a rispondergli e lo sfido a dimostrare l’esistenza di atti pubblici che attestino la presunta volontà di giunta e consiglio a provvedere autonomamente alla rimozione delle macerie avvalendosi di imprese locali. Anzi, abbiamo spesso lamentato come fosse impossibile la loro gestione con le normative e le ordinanze previste e ricordo che, sino al mese di gennaio, ho chiesto continuamente a Bertolaso di intervenire d’urgenza, predisponendo altri siti per il conferimento e il trattamento. Voglio sperare che quanto affermato sia solo frutto di un’ulteriore strumentalizzazione elettorale e non prefiguri, lungo la strada già aperta dal senatore Gasparri, una vergognosa tendenza a far ricadere sugli enti locali tutte le gravissime contraddizioni del governo che restano ancora nella vicenda terremoto. Sono amareggiato di dover trasmettere questa nota al termine di una giornata che, ancora una volta, ha visto il mio ufficio di fatto occupato permanentemente dai cittadini dei 1397 nuclei familiari ai quali fu solennemente promesso che avrebbero avuto una casa fra settembre e dicembre. Case mai costruite (ed è forse questo il motivo per cui il premier non è più tornato all’Aquila). Ricordo a Berlusconi e al centrodestra che, con il presidente Chiodi e la presidente Pezzopane, nell’interesse della città, avevamo deciso di non fare polemica elettorale sul nostro dramma. Avrei avuto molto da dire. A quanto pare, un sindaco ha più senso delle istituzioni di un presidente del consiglio».
CHIODI E I SITI. Prosegue il lavoro per la rimozione dei detriti dal centro storico. Il commissario Gianni Chiodi ha chiesto che si proceda «al più presto per liberare dalle macerie i 57 siti pubblici censiti». L’operazione, secondo i tecnici, verrà completata entro 15 giorni. Le macerie «pubbliche», cioè derivanti da crolli e demolizioni, saranno smaltite in più fasi. La prima avrà luogo sul posto, e servirà a individuare elementi di pregio e a separare amianto, ferro, plastica. Le macerie saranno portate all’ex Teges, unico sito in funzione a un anno dal terremoto. Poi seguiranno il ciclo: ferro e plastica al riciclo; amianto e rifiuti da apparecchiature elettriche-elettroniche alle ditte specializzate; inerti a uno stabilimento.
IL PROGRAMMA. Ecco un primo calendario delle rimozioni: piazza San Silvestro (oggi); via Bone Novelle (oggi); piazza San Pietro (fino al 27); piazza San Biagio (fino al 27); via delle Aquile (28 marzo-1 aprile); via del Falco (28-29 marzo); piazzetta Machilone (30 marzo-1 aprile).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I GIORNALI. Il premier sa tutto delle domeniche aquilane, tanto che dice di aver contato persino i mattoni su ciascuna carriola. «La strumentalizzazione da parte dei giornali sull’attività del popolo delle carriole è fin troppo evidente. I giornali della sinistra hanno approfittato della situazione pubblicando foto delle carriole con due o tre mattoni sopra. Hanno cercato di gettare fango con Bertolaso e ci hanno provato con la storia delle carriole. Noi volevamo togliere le macerie 11 mesi fa ma è stato il sindaco Cialente e il consiglio comunale a impedircelo perché ci hanno detto che volevano farlo con imprese locali». Poi la chiosa: «Quando verrò a Sulmona per festeggiare la vittoria di Antonio Del Corvo dovrete farmi trovare a cena le più belle ragazze del posto».
LA SMENTITA. Fin qui il premier. Pronta la replica di Cialente. «Berlusconi mente: mai impedito a governo e Protezione civile di toglierle, né io né il consiglio comunale. Sono costretto, con imbarazzo istituzionale, a rispondergli e lo sfido a dimostrare l’esistenza di atti pubblici che attestino la presunta volontà di giunta e consiglio a provvedere autonomamente alla rimozione delle macerie avvalendosi di imprese locali. Anzi, abbiamo spesso lamentato come fosse impossibile la loro gestione con le normative e le ordinanze previste e ricordo che, sino al mese di gennaio, ho chiesto continuamente a Bertolaso di intervenire d’urgenza, predisponendo altri siti per il conferimento e il trattamento. Voglio sperare che quanto affermato sia solo frutto di un’ulteriore strumentalizzazione elettorale e non prefiguri, lungo la strada già aperta dal senatore Gasparri, una vergognosa tendenza a far ricadere sugli enti locali tutte le gravissime contraddizioni del governo che restano ancora nella vicenda terremoto. Sono amareggiato di dover trasmettere questa nota al termine di una giornata che, ancora una volta, ha visto il mio ufficio di fatto occupato permanentemente dai cittadini dei 1397 nuclei familiari ai quali fu solennemente promesso che avrebbero avuto una casa fra settembre e dicembre. Case mai costruite (ed è forse questo il motivo per cui il premier non è più tornato all’Aquila). Ricordo a Berlusconi e al centrodestra che, con il presidente Chiodi e la presidente Pezzopane, nell’interesse della città, avevamo deciso di non fare polemica elettorale sul nostro dramma. Avrei avuto molto da dire. A quanto pare, un sindaco ha più senso delle istituzioni di un presidente del consiglio».
CHIODI E I SITI. Prosegue il lavoro per la rimozione dei detriti dal centro storico. Il commissario Gianni Chiodi ha chiesto che si proceda «al più presto per liberare dalle macerie i 57 siti pubblici censiti». L’operazione, secondo i tecnici, verrà completata entro 15 giorni. Le macerie «pubbliche», cioè derivanti da crolli e demolizioni, saranno smaltite in più fasi. La prima avrà luogo sul posto, e servirà a individuare elementi di pregio e a separare amianto, ferro, plastica. Le macerie saranno portate all’ex Teges, unico sito in funzione a un anno dal terremoto. Poi seguiranno il ciclo: ferro e plastica al riciclo; amianto e rifiuti da apparecchiature elettriche-elettroniche alle ditte specializzate; inerti a uno stabilimento.
IL PROGRAMMA. Ecco un primo calendario delle rimozioni: piazza San Silvestro (oggi); via Bone Novelle (oggi); piazza San Pietro (fino al 27); piazza San Biagio (fino al 27); via delle Aquile (28 marzo-1 aprile); via del Falco (28-29 marzo); piazzetta Machilone (30 marzo-1 aprile).
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