Macerie, si punta su 3 nuovi siti

Oggi vertice con Chiodi. Al posto dell'ex Teges l'area di Barisciano

L'AQUILA. Barisciano, Coppito e Pizzoli. Tre nuovi siti, alternativi all'ex Teges, per collocare l'impianto mobile per il trattamento delle macerie. Quattro milioni di tonnellate di materiali derivanti da crolli e demolizioni che potrebbero rimanere senza una collocazione. Quasi tre anni dopo il terremoto si cerca ancora un buco dove scaricare le macerie. Questa l'ipotesi sulla quale si lavora all'Aquila, due giorni dopo il pronunciamento del Tar che ha stoppato le procedure di esproprio del sito di località Pontignone accogliendo il ricorso contro l'occupazione d'urgenza presentato dalla ditta T&P, rappresentata in giudizio dall'avvocato Francesco Carli.

Un'ordinanza che, fissando a ottobre l'udienza di merito, ha avuto l'effetto di una deflagrazione, tanto che il sindaco Massimo Cialente ha lanciato l'allarme: «Non possiamo stare fermi un anno. O si trova una soluzione oppure diciamo addio alla ricostruzione». Un appello raccolto dal commissario del governo per la ricostruzione Gianni Chiodi che ha convocato per stamani alle 11 una riunione di emergenza sulla situazione dell'area di Pontignone. Un'area per la quale non sono state perfezionate tutte le procedure dell'esproprio definitivo. Si è andati avanti, insomma, di emergenza in emergenza, fino alla seconda proroga (che scade il 31 dicembre). E un bel giorno, passati quasi tre anni dal terremoto, la ditta proprietaria del sito si è rivolta ai giudici amministrativi ritenendo lesi i suoi diritti. Ha suscitato perplessità tra gli amministratori il fatto che l'udienza per il pronunciamento nel merito sia stata fissata tra dieci mesi. Il che rischia di paralizzare la rimozione delle macerie che pure sta andando avanti tra mille difficoltà.

LE ALTERNATIVE. Il soggetto attuatore Giuseppe Romano sta esaminando l'ordinanza. Contestualmente spuntano fuori alcune soluzioni alternative, prima tra tutte quella di Barisciano. In quel territorio comunale sarebbe dovuto nascere, infatti, un polo tecnologico pubblico per la lavorazione delle macerie. Ma per questa soluzione, caldeggiata dal sindaco di Barisciano Francesco Di Paolo, che sarebbe dovuta diventare operativa ormai da mesi, manca ancora il progetto definitivo. A questo punto, vista la situazione dell'ex Teges, quell'ipotesi di lavoro potrebbe invece essere rilanciata per motivi legati alla contingenza. Il trituratore mobile, che sta lavorando da tempo all'ex Teges, potrebbe essere spostato a Barisciano. L'altra ipotesi ritenuta praticabile è quella di una cava non distante dalla scuola della Guardia di Finanza di Coppito. Scelta, questa, ritenuta compatibile da alcuni tecnici anche a livello di viabilità. Infine, si potrebbe tornare a bussare alla porta del Comune di Pizzoli, che tempo fa mise a disposizione un sito. Sullo sfondo restano le piccole discariche dei Comuni di Ofena, Castelvecchio Calvisio e Navelli che potrebbero ospitare il materiale uscito dalla triturazione ma non il lavoro di selezione e trattamento. Un materiale che, peraltro, può essere utilmente reimpiegato per sistemare gli argini fluviali oppure per realizzare sottofondi stradali e altre opere. Un percorso, quello del riciclo, non sufficientemente esplorato.

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