ai domiciliari

Mafia Capitale, scarcerata la giovane di Avezzano

Il tribunale del riesame ha concesso i domiciliari a Pierina Chiaravalle, la 30enne marsicana coinvolta nella maxi inchiesta

AVEZZANO. Lascia il carcere e ottiene gli arresti domiciliari Pierina Chiaravalle, 30enne di Avezzano coinvolta nella maxi inchiesta di Mafia Capitale. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Roma. Secondo il giudice delle indagini preliminari Costantini, a pagina 1.099 dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari, in cui era stato chiesto il suo arresto, insieme a altre 38 persone, la Chiaravalle veniva definita «tra le persone più prossime all’operatività del sodalizio» e «di elevata pericolosità sociale». Alla 30enne, stretta collaboratrice di Salvatore Buzzi, uno dei principali indagati, la Procura romana addebita il reato di corruzione aggravata «dall'aver agito al fine di agevolare l'associazione mafiosa».

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Il Riesame ha confermato il carcere, con l'aggravante del metodo mafioso, per 6 indagati, tra i quali Franco Panzironi, ex ad Ama. Il collegio presieduto da Bruno Azzolini ha annullato l’accusa di partecipazione all’associazione di stampo mafioso per Fabio Gaudenzi, il quale ha ottenuto i domiciliari essendo indagato di trasferimento di capitali. Oltre alla Chiaravalle, ha ottenuto i domiciliari anche Sandro Coltellacci, altro collaboratore di Buzzi. Secondo le accuse, la banda aveva messo le mani su Roma siglando un patto di ferro tra politica, imprenditori e criminalità che ha le sue radici nell’eversione nera.

L’operazione Mafia Capitale è scattata ai primi di dicembre e ha portato alla luce un sistema corruttivo che mirava all’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate. Chi si metteva in mezzo, veniva minacciato e picchiato. A capo dell’organizzazione Massimo Carminati detto il pirata o il cecato, ex terrorista dei Nar legato anche alla banda della Magliana.

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