Mancato allarme terremoto, accuse pesanti La Procura: "Negligenze e approssimazioni"

Secondo gli inquirenti la valutazione dei rischi sismici da parte della commissione Grandi rischi è stata "approssimativa e generica". Ecco il perché dei sette avvisi di garanzia

L'AQUILA. «La valutazione dei rischi sismici fu approssimativa, generica e inefficace in relazione alle attività e ai doveri di previsione e prevenzione». Inoltre, «sia con dichiarazioni agli organi di informazione sia con redazione di un verbale», per gli inquirenti la Commissione Grandi Rischi fornì a cittadini, politici e alla stessa Protezione civile «informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie sulla natura, sulle cause, sulla pericolosità e sui futuri sviluppi dell'attività sismica in esame». E' scritto nell'avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura nei confronti dei sette commissari indagati per omicidio colposo, lesioni personali e cooperazione nel delitto colposo: si tratta di Franco Barberi, vicario della commissione grandi rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo della Protezione civile, Mauro Dolce, direttore dell'ufficio prevenzione della Protezione civile, Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giuliano Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti dell'Ingv, Gian Michele Calvi, direttore dell'Eucentre e «padre» del progetto Case, e Claudio Eva, docente di fisica dell'Università di Genova. Un atto che già individua le famiglie dei 308 morti per il sisma come parti offese. Ma saranno molte di più visto che sono state depositate decine di denunce. Gli imputati sono venuti meno, inoltre, «ai doveri di valutazione del rischio connessi alla loro qualità e funzione tesi alla previsione e prevenzione ei ai doveri di informazione chiara, corretta e completa».

I PRECEDENTI.
La chiusura delle indagini è l'atto finale della tragedia connotata dal panico della gente (da fine 2008) che cresceva di pari passo con l'aumentare della magnitudo dello sciame sismico e culminata con la catastrofe. Poi i giorni del dolore e dell'avvio delle inchieste penali. Le gente già agli inizi di marzo 2009 era terrorizzata e qualcuno aveva scelto di dormire in macchina come ricordano le cronache. Giorni della paura ma anche delle polemiche. Come quando Guido Bertolaso (intercettato) si scagliò contro il sismologo Giampaolo Giuliani «reo» di dichiarazioni allarmistiche e accusato di avere annunciato un forte sisma a Sulmona. Giuliani, denunciato per procurato allarme è stato assolto. «Ma chi è questo?» chiede Bertolaso a un suo collaboratore. «E' Giuliani che ogni tanto se ne esce con queste dichiarazioni» spiega il collaboratore. «Lo denuncio per procurato allarme e verrà massacrato» chiude Bertolaso. Polemiche che non servono a chiarire nulla mentre la magnitudo dello sciame cresce. Il 31 riunione della commissione Grandi Rischi con le ben note rassicurazioni. E' l'inizio della fine. Le scosse proseguono e il sindaco chiude la scuola De Amicis piena di crepe. Il 2 aprile altre scosse ed evacuazione di edifici pubblici. Poi la catastrofe del 6 aprile. Ad agosto 2009 qualcuno decide che occorre far chiarezza su quel mancato allarme e il 17 un legale aquilano Antonio Valentini inoltra un esposto che fa mettere sotto inchiesta la commissione. Il resto è storia d'oggi.

ROSSINI.
Intanto il pm Alfredo Rossini replica allo stesso Bertolaso che individua nell'indagine un attacco alla Protezione civile. «Commissione grandi rischi» dice, «è solo questo l'oggetto, la Protezione civile non capisco cosa ci entri. Quindi si sono arrabbiati, ma non si capisce il perché. Abbiamo sempre avuto rapporti civili, sono sorpreso. In tutti gli atti non si parla mai di Protezione civile».

INGV.
Non mancano «argomentazioni di tipo scientifico per dimostrare la correttezza e la serietà del nostro contributo» in occasione del terremoto dell'Aquila. Lo affermano in una nota i dirigenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), esprimendo «la massima solidarietà al presidente Enzo Boschi e al direttore del Centro nazionale terremoti (Cnt) Giulio Selvaggi. Azione corretta, ribadiscono «anche in quell'occasione, come testimoniato anche dalla Commissione internazionale, nominata ad hoc dal dipartimento della Protezione civile e composta dai massimi esperti in materia a livello mondiale. Osserviamo con amarezza come a tutt'oggi l' unica lezione lasciataci dal drammatico evento dell'Aquila non sia sulle politiche di prevenzione e mitigazione degli effetti dei terremoti ma si limiti alla sterile discussione sulla previsione a breve termine dei terremoti problema che la comunità scientifica ritiene ancora lungi da una soluzione».

MASCITELLI.
«Diventa più che mai attuale e necessaria la proposta dell'Italia dei Valori, presentata da tempo alla Camera dei deputati, di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sull'attività messa in campo dalla Commissione grandi rischi, che si riunì all'Aquila il 31 marzo del 2009». E' quanto dichiara il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale IdV, commentando l'inchiesta penale sulla mancata evacuazione dell'Aquila.
«E' ora di fare chiarezza» aggiunge Mascitelli «e capire chi ha mentito tra Guido Bertolaso, ed Enzo Boschi sull'esito della riunione. Bertolaso ha sempre sostenuto che dall'incontro non si evidenziarono elementi per pensare a un sisma distruttivo come quello che ha squassato le vite degli aquilani, mentre Boschi ha sostenuto che i suoi allarmi erano rimasti inascoltati. E' evidente che uno dei due ha mentito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA