Marchetti, Iurato e i 400 del club Anemone

Nuova bufera sull’elenco del capo della cricca. La  prefettura è di nuovo nelle mani del viceprefetto vicario Patriz. Scelta congelata per il successore di Gabrielli

IL CLUB DEI 400. Anche se la lista, e i 400 che ne fanno parte, dev’essere ancora «decifrata» per capire se chi ne fa parte abbia regolarmente pagato quei lavori effettuati dalla galassia di imprese che ruotano attorno al capo della cricca degli appalti, è difficile che il ministro Maroni possa insistere sulla nomina della Iurato (anticipata dal Centro), come successore di Franco Gabrielli alla guida della prefettura dell’Aquila. Il direttore centrale dei servizi tecnico-logistici del dipartimento della Pubblica sicurezza potrebbe uscire dall’altra lista, quella preparata dal ministro, dopo la bufera provocata dalla pubblicazione dei nomi associati in qualche modo al personaggio Anemone. Visto che occorrerà del tempo per capire la portata di questi collegamenti tra pezzi dello Stato e un imprenditore indagato per quella che si profila come una «Nuova Tangentopoli», negli ambienti del governo si starebbe pensando a una via d’uscita per un altro nome da spedire all’Aquila.

LA REGGENTE. Intanto da ieri, come avvenuto dal primo al 6 aprile 2009, la reggenza della prefettura è di nuovo nelle mani del viceprefetto vicario Graziella Patrizi. Se prima della bufera veniva esclusa la possibilità di un lungo interregno, proprio a causa della peculiare situazione dell’Aquila del post-terremoto, ora nessuno è in grado di stabilire i tempi per la nuova nomina. Il successore potrebbe arrivare dal consiglio dei ministri previsto nei primi giorni della nuova settimana. Il caso-L’Aquila è all’attenzione del governo. Difficile ipotizzare una nomina di ripiego, specie dopo gli intensi 13 mesi di Gabrielli che si accinge a diventare, ora, il successore di Bertolaso. Da oggi il prefetto è a Roma nelle vesti di ex. Difficile ipotizzare anche un ritorno di fiamma per la Iurato: si lavora, insomma, a una nomina senza ombra alcuna.

MARCHETTI E GLI AMICI. «Ho sbagliato a fidarmi degli amici. No lo farò più. Anzi, sapete che vi dico: d’ora in poi farò una gara d’appalto anche per i lavori di casa mia». Il vicecommissario per i beni culturali Luciano Marchetti, l’uomo dei puntellamenti e della messa in sicurezza delle tante emergenze architettoniche della città devastata dal terremoto, stempera in una battuta tutta l’amarezza per essersi ritrovato pure lui nel listone Anemone per una casa a Roma «in affitto e non di proprietà, visto che non sono della squadra di quelli che curano il mattone». Marchetti, in questi giorni fuori L’Aquila, dove tornerà giovedì mattina, si dice «seccato per essere finito nel mirino a causa di 20mila euro di lavori progettati, valutati e realizzati dall’ente proprietario, da persone che io non conosco, tranne Balducci che stimavo e tuttora stimo. E che considero una persona civile».

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