Marelli, un patto modello-Pomigliano

Sabati lavorativi e scioperi vietati con la Nuova Panda

SULMONA. Da 15 a 18 turni lavorativi a settimana, con aumento del monte ore per gli straordinari, durante il quale sarà vietato lo sciopero e le relazioni sindacali verranno «blindate». Questi i punti cardine dell'accordo sulla produzione della Nuova Panda, che riguarderà solo 96 operai su 719 della Magneti Marelli di Sulmona. Si tratta di una firma separata, però, visto il «no» della Fiom-Cgil, che non ha sottoscritto il documento, presentato ieri a Confindustria L'Aquila.

Il tanto discusso modello di Pomigliano d'Arco, quindi, tocca solo di striscio lo stabilimento sulmonese, che si appresta a produrre da ottobre i pezzi della nuova utilitaria di casa Fiat. Il patto, che detterà ritmi e umori nel più grande stabilimento del Centro Abruzzo, prevede per la produzione il quasi raddoppio dell'investimento (da 5 a 9 milioni) sulle linee produttive, ma anche l'aumento dei lavoratori impiegati, che salgono da 40 a 96. A regime saranno prodotti bracci e traverse (basi del motore) per 1.300 auto al giorno. Numeri importanti, che potranno inaugurare una nuova stagione nella fabbrica, che viene da tre anni di cassa integrazione ininterrotta. Anche se solo la metà degli operai che ora sono in fermo produttivo forzato (200 persone) saranno ricollocati al lavoro.

Dal punto di vista sindacale, invece, le novità principali riguardano i turni lavorativi, che inglobano il sabato, salendo da 15 a 18 a settimana, per tre fasce giornaliere. Poi gli straordinari, con un'aggiunta di 24 ore a disposizione dell'azienda, sulle 40 stabilite dal contratto nazionale. Periodo durante il quale sarà vietato lo sciopero. Condizioni inaccettabili per la Fiom-Cgil, che punta il dito sulla clausola di responsabilità, (già estesa a Mirafiori e Pomigliano), che vincola sindacati, Rsu e lavoratori al rispetto di tutte le clausole del contratto, pena la perdita di contributi e permessi sindacali.

«Riteniamo inaccettabile la proposta», sostiene Alfredo Fegatelli, «perché fortemente lesiva dei diritti fondamentali dei lavoratori. Si apre la strada pericolosa a una disparità di trattamenti con lavoratori che a parità di turnazioni avranno retribuzioni diverse». Di tutt'altro spirito le dichiarazioni della Fim e della Uilm, che si dicono soddisfatte. «L'investimento milionario sul sito sulmonese», dice Roberto Di Pardo (Uilm), «testimonia l'interesse che si ha nei suoi confronti. Rappresenta inoltre una scommessa per il futuro, ci aspettiamo infatti che la produzione aumenti anche con nuove commesse legate a Mirafiori». «Siamo soddisfatti perchè l'azienda ha già iniziato i lavori sulle linee», conclude Dante Carrabia (Fim Cisl), «segno che l'impegno è concreto».

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