Marsica, torna l’acqua nelle case: il Cam dichiara chiuso lo stato di emergenza

Nella serata di ieri il ripristino, dopo cinque giorni e 1,5 milioni di litri scaricati, quasi completo: restano disagi nella zona nord di Avezzano
AVEZZANO. Ieri in serata il Cam ha dichiarato chiuso lo stato di emergenza. Dopo cinque giorni, decine di tecnici e operai al lavoro notte e giorno, e circa un milione e mezzo di litri d’acqua scaricati dalle autobotti per rifornire le circa sessantamila utenze rimaste a secco, il disservizio è stato ripristinato. Ad eccezione di alcune zone della città di Avezzano. E non si sono risparmiate le polemiche, anche a mezzo social. Poco dopo la mezzanotte di lunedì, la pressione dell’acqua all’interno della condotta danneggiata era tornata a regime. Ci sono volute diverse prove di carico e quattro ore di attesa per ripristinare la piena portata del flusso all’interno della tubazione. Il pericolo era un'eventuale, nuova esplosione dell’infrastruttura, all’interno della quale l’acqua scorre ad una velocità di 6 metri e mezzo al secondo. Basti pensare che al momento del guasto, poco dopo la seconda rottura del tubo forato, il getto fuoriuscito ha investito e spostato l’auto aziendale del Cam. Gli operai presenti sul posto hanno ritenuto di dover procedere alla sostituzione della porzione della condotta danneggiata. La saldatura è stata ultimata intorno alle 20 di lunedì. A quel punto si è proceduto all’igienizzazione e alle manovre tecniche di caricamento del nuovo tratto, che ha ripreso a pompare l'acqua verso la linea Collelongo-Luco dei Marsi-Avezzano.
I NODI
Qualcuno è ancora alle prese con l’emergenza. Se i centri di Luco dei Marsi e Collelongo hanno definitivamente sfangato la crisi, non è lo stesso per la città di Avezzano. In particolare i disservizi continuano a persistere nella zona nord del centro abitato, e perciò al di sopra della linea tracciata dalla rete ferroviaria, e in alcune strade del quartiere di Caruscino.
Il Cam assicura che sia solo questione di tempo. La causa sarebbe da ricercare nella complessità di riempimento di tutte le cisterne territoriali. Al Coc (centro operativo comunale) sono continuate ad arrivare richieste d’aiuto per il persistere del problema. Ancora file ai punti di prelievo cittadini, rispettivamente in via don Minzoni e in prossimità della Vivenza.
Mantenuti attivi h 24 per rispondere alle esigenze delle famiglie in difficoltà. Durante la giornata di ieri sono state messe a disposizione della popolazione sette autobotti (da via Saragat a scendere, palazzina per palazzina), di cui una ad uso non potabile destinata alle colture e agli allevamenti. Regolarizzato, invece, il servizio di erogazione idrica dell’ospedale. Per il quale, in questi giorni, è stato garantito un rifornimento ogni ora.
LE POLEMICHE
Anche nella giornata di ieri è stato disposto il supporto, compreso quello a domicilio, per le utenze a secco d’acqua. In alcune situazioni di particolare disagio, legate a persone con disabilità, anziani non autosufficienti, mamme sole con bambini piccoli e soggetti con difficoltà motorie che abitano ai piani alti senza ascensore, la struttura del Coc ha provveduto alla consegna dell’acqua attraverso i volontari della Protezione civile comunale. Nonostante ciò, alcuni hanno manifestato pubblicamente il proprio malcontento per la lunga coda del disservizio, che ha causato non pochi disagi alle famiglie.
Sotto i post di aggiornamento dello stato dell’emergenza pubblicati dal Comune, sono apparse risposte pungenti.
Al punto che l’ente ha ritenuto di limitare i commenti degli utenti.
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