Maxi-risarcimento sisma, udienza a maggio

8 Gennaio 2013

Grandi Rischi, scelto un nuovo giudice per esaminare la richiesta di 22 milioni di danni delle parti civili

L’AQUILA. Si sblocca l’intoppo che ha ritardato lo svolgimento della causa di risarcimento dei danni per 22 milioni di euro intentata dai familiari delle vittime del sisma contro la commissione Grandi Rischi anche se in giudizio è citata la presidenza del Consiglio di cui la commissione è emanazione.

A novembre scorso, infatti, la causa venne rinviata in quanto il giudice civile designato, Guendalina Buccella, si fece da parte poiché, da aquilana, non se la sentiva di trattare un caso di questa natura che coinvolge tutta la città. Sta di fatto che il presidente del tribunale ha designato il magistrato Maria Carmela Magarò a trattare l’importante controversia. La prossima udienza ci sarà il 20 maggio prossimo.

In questo processo civile le parti offese sono 36 in rappresentanza di una ventina di vittime del terremoto. Il presunto comportamento omissivo della Commissione è la chiave di lettura di questo procedimento civile. Questa azione legale è stata avviata tempo addietro dagli avvocati Maria Teresa Di Rocco e Silvia Catalucci. I legali delle parti civili hanno già ottenuto l’ammissione delle prove e dei testimoni il cui numero si aggira intorno a trecento. Nell’elenco dei testimoni figurano anche gli ex componenti della commissione Grandi Rischi, tutti condannati già nel giudizio penale a sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo. Si tratta di Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce. Nella lista dei testimoni, ma non è detto che venga sentito, anche l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.

Naturalmente, vista la complessità del giudizio e l’importanza della posta in palio, il procedimento civile sarà molto lungo e ci sono, infatti, delle memorie presentate per fronteggiare le contestazioni dei ricorrenti. Va detto che la controversia civile è stata intentata per il fatto che i margini di responsabilità degli accusati sono maggiori rispetto alla responsabilità che ci può essere nel penale. E al riguardo, sono in arrivo le motivazioni della sentenza penale di primo grado, condizione per ricorrere in appello.

©RIPRODUZIONE RISERVATA